sabato 18 gennaio 2014

MaZaRa'eL (dal 16 al 20 Gennaio) 2' parte

Hieronymus Bosch - La giostra
Metsar, in ebraico, è «istmo», e la mente e la vita dei Metsara’el somigliano proprio a un’estrema tsade, congiunge due continenti e separa due mari. I due continenti sono, per ogni protetto di questo Arcangelo, l’infanzia e l’età adulta; e i due mari sono il sogno e la follia. Il suo compito è scoprire quell’istmo, e farlo scoprire: è bellissimo, infatti, meravigliosamente panoramico; ma è anche tortuoso, ha scogliere a precipizio, e voragini, e quei due mari psichici sono tutt’altro che calmi. Avviene perciò che parecchi Metsara’el non riescano nell’impresa: e scivolino giù in acqua da una parte o dall’altra, oppure ritornino indietro, nella loro infanzia, in vere e proprie regressioni dalle quali anche gli aspetti più quotidiani della vita sociale appaiono come irraggiungibili terre straniere. A ciò si aggiunge anche la massiccia Energia Yod dei protetti di questo Arcangelo, e dunque l’alternativa netta che si pone loro, tra il curare le malattie del prossimo o l’ammalarsi – di disturbi psichici in particolar modo.
propaggine di terra, che, sinuosa come una
Va da sé che la scelta giusta sia il curare altri, ma è indispensabile che i Metsara’el la preparino e la consolidino con tutta una serie di qualità non facili da sviluppare: grande determinazione, equilibrio, creatività, oltre che naturalmente altruismo. La loro principale dote terapeutica consiste infatti in un alto grado di ipersensibilità, che li rende impareggiabili nelle diagnosi e nell’intuizione in genere, ma implica sempre il rischio di degenerare in vulnerabilità. Devono perciò imparare a proteggersi. Indubbiamente un Metsara’el sta bene solo quando si preoccupa più del prossimo che di se stesso, ma deve puntare la sua attenzione sul benessere degli altri, su ciò che di bello c’è o può esservi in loro, e non lasciarsi condizionare dalle loro morbosità, dalle loro opinioni o dalle tante brutture con cui avrà a che fare esplorando animi e vite. È dura, per chi come lui sa percepire con eguale precisione le vie di scampo che sempre si aprono in una psiche malata, e l’intensità delle sofferenze che la malattia produce: ma se si lascia attrarre più da queste che da quelle, vi cadrà dentro e faticherà enormemente a uscirne. Così pure, nel mondo circostante può avvertire con straordinaria intensità gli aspetti luminosi e quelli orrendi: ma se privilegia i secondi ne subirà la fascinazione, e se ne lascerà travolgere, in forma di fobie e di manie di persecuzione.
Si trovano così, tra i Metsara’el, Edgar Allan Poe e Al Capone, travolti entrambi, ciascuno a suo modo, dal raccapriccio e dal male; e Federico Fellini, che alle ferite della bruttezza riuscì a opporre per tutta la vita – a volte con sforzo immenso – geniale dolcezza, ironia e amore dell’umanità. Che, d’altra parte, i Metsara’el siano per natura candidati alla genialità è cosa evidente, e lo sanno benissimo anch’essi: si accorgono spesso di cogliere, come al di là dei loro pensieri, realtà spirituali più alte, armonie segrete, che a volte sembrano nostalgie, altre volte ispirazioni ansiose di prendere forma. Sentono, allora, di essere davvero sull’istmo tra quelle dimensioni superiori e la realtà in cui vivono – ma possono spaventarsene, e fuggire, e magari smarrirsi sulla via del ritorno. Il Metsara’el Vittorio Alfieri usava legarsi alla sedia, davanti allo scrittoio, per resistere allo sgomento quand’era ispirato; il Metsara’el Benjamin Franklin, appassionato di elettricità, passò alla storia anche per aver inventato, guarda caso, il parafulmine: un istmo metallico, cioè, tra le energie del cielo e la terra. Nei Metsara’el che invece non sanno canalizzare l’intensità delle loro percezioni, gli impulsi delle dimensioni superiori diventano fatalmente ossessioni, compulsioni; la capacità di concentrazione si dissolve e, invece di poter fare molto per gli altri, vengono a trovarsi essi stessi nella condizione di non riuscire in nulla, neppure nelle minime cose, senza che qualcuno li assista.
La maggior fortuna, per loro, è che qualcuno li esorti fin da adolescenti a prendersi estremamente sul serio: un genitore, un mentore, un fidanzato paziente, che sappia amare e comprendere le debolezze e i talenti della loro componente infantile, e convincerli che, nonostante le apparenze, il mondo ha estremo bisogno di loro. Quel loro bambino interiore va incoraggiato, con tutta la sua curiosità, la sua sete di bellezza e bontà per sé e per tutti. Certo, è escluso che un Metsara’el possa risultarne un buon funzionario, o un impiegato capace di coordinarsi con i colleghi, o un lucido commercialista o un avvocato, attento alle minuzie e indifferente ai frequenti momenti di noia della sua professione. Ma ovunque occorra creare, esprimere, inventare, ripristinare, guarire, riparare o salvare, i Metsara’el che siano riusciti ad aver fiducia in se stessi e negli altri possono portare contributi memorabili.
  Igor Sibaldi - Libro degli Angeli

Mitzrael, o Metsara’el, è il 60esimo Soffio; è il quarto raggio angelico nel Coro mercuriano degli Angeli Arcangeli guidato dall’Arcangelo Michele, nel quale governa le energie di Marte. Il suo elemento è la Terra; ha domicilio Zodiacale dal 25° al 30° del Capricorno ed è l’Angelo Custode dei nati fra il 16 e il 20 Gennaio. I sei Angeli Custodi del Capricorno, collettivamente, fanno dei loro Protetti individui seri, dotati di pazienza e senso di responsabilità. Si tratta inoltre di persone ambiziose in senso positivo, in grado si portare a buon fine i loro progetti con silenziosa ponderazione. 
Il nome di Mitzrael significa “Dio che soccorre", o "Dio che libera gli oppressi". 
Il dono dispensato da Mitzrael è il CONSOLIDAMENTO, o la RIPARAZIONE.
E' la capacità di concretizzare i progetti, e anche di elargire energie riparatrici e ricostruttrici. Secondo Haziel quest'angelo accelera in modo straordinario l'estrinsecazione degli intendimenti umani: esercita cioè un influsso che rende le persone decisamente dirette allo scopo, capaci di realizzazioni pratiche immediate ed efficaci. Dice Haziel che i protetti da Mitzrael, divenendo ricettivi alla sua energia, sapranno anche stabilire ottime relazioni con gli altri e conseguire vittorie fulminee, che sapranno dimenticare subito per nuove iniziative. Infatti il carattere liberatorio di Mitzrael non consente di legarsi a un solo progetto (..) la persona tenderà a staccarsi e arretrare alquanto dalle sue stesse realizzazioni. Nella pratica stabilirà una perfetta intesa con la terza fase dell’elaborazione di un prodotto (denominata dai Cabalisti fase Vav): cioè quella della realizzazione. Il nato in questi giorni è dunque un “uomo della fine": intendendo con ciò che egli riceverà il massimo aiuto dalle forze angeliche proprio nella parte conclusiva dei progetti. Il suo aiuto sarà dunque decisivo proprio nei momenti in cui progetti saranno pronti per esteriorizzarsi. Questa persona è portatrice di avvenire; già vede i risultati di tutto ciò che sta per iniziare. E' portatore di idee nuove, utopiche, forse precoci, ma che più tardi si manifesteranno puntualmente.
Qualità di Mitzrael e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità sviluppate da Mitzrael sono finezza di spirito, ingegnosità, gusto del bene e del bello, salute fisica e intellettuale, rigore morale, padronanza delle emozioni. I difetti che contrasta sono assurdità, insubordinazione, ostinazione, prepotenza, paranoia, stupidità. Infatti l’Angelo dell’Abisso che contrasta Mitzrael si chiama Camal e rappresenta le idee di persecuzione. Causa rivolta, insubordinazioni, pensieri paranoidi, influisce negativamente su tutte le qualità del corpo e dello spirito, instilla distrazione e scarsità di attenzione per gli altri. La preghiera al proprio Angelo (o la meditazione sul rispettivo "Nome di Dio") difende i nati in questo periodo dal cadere in questi rischi e difetti.
Meditazione associata al Nome: libertà
L'intuizione su cui meditare è che nel nostro inconscio qualcosa ci lega alle schiavitù di cui crediamo di volerci liberare. La paura della libertà che serpeggia nel popolo ebraico nell'episodio della fuga dall'Egitto rappresenta la tendenza dell'ego a rifuggire la crescita interiore, per rifugiarsi eternamente in qualche schiavitù morale, cioè "al "livello dell'essere più basso a cui eravamo abituati". La vibrazione di questo Nome restituisce vigore agli impulsi interiori di liberazione. La meditazione che vi è associata si chiama "libertà". Concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: percepisco l'equilibrio e l'armonia che sovrintendono alla Creazione, e la riconosco anche negli stenti e nelle prove che l'esistenza ci impone. Richiamo la forza per superare tutte queste prove, per spezzare le catene dell'ego e ottenere il coraggio di percorrere i cambiamenti.Esortazione angelica
Mitzrael esorta a costruire, portando a compimento nella materia le ispirazioni interiori. Poiché per costruire solidamente occorre essere solidi ed equilibrati, esorta a sviluppare queste qualità e a far ricorso alle sue energie per ottenere aiuto. 



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