mercoledì 30 gennaio 2013

Le 10 meravigliose lezioni di vita di Albert Einstein


1 - Segui la Tua Curiosità

"Non ho alcun talento particolare. Io sono solo appassionatamente curioso."

Che cosa suscita la tua curiosità? Si tratta di un hobby, di un lavoro, di uno sport? Bene, di qualunque cosa si tratti, segui la tua curiosità, assecondala, non limitarti a provare un interesse passivo. Non lasciarti condizionare dal giudizio o dalle opinioni altrui, ciò che incuriosisce te è un tuo tratto indiscutibile, che non devi sopprimere, ma anzi assecondare.

2 - La Perseveranza Non Ha Prezzo

"Non è che io sia così intelligente, è solo che affronto i problemi più a lungo."

Attraverso la perseveranza anche una tartaruga può arrivare lontano. Sei disposto a perseverare fino a raggiungere il tuo obiettivo? Ogni qualvolta inizi una gara, portala a termine. Non ti far spaventare o frenare dagli ostacoli e dai fallimenti: fa tutto parte della corsa, ma se avrai la perseveranza di rimetterti in cammino, presto o tardi arriverai al traguardo.

3 - Concentrati sul Presente

"Ogni uomo che può guidare in modo sicuro mentre bacia una bella ragazza semplicemente non stando al bacio l'attenzione che merita."

Qualcuno dice che non è possibile cavalcare due cavalli allo stesso tempo. Impara a essere presente nel momento, utilizza tutte le tue risorse fisiche e mentali per ciò a cui ti stai dedicando in quel determinato istante. Non lasciarti attirare dalle distrazioni. L'energia focalizzata è potere allo stato puro ed è qui che risiede la differenza tra successo e fallimento

4 - L'Immaginazione è Potente

"L'immaginazione è tutto. E' l'anteprima di ciò che stai attraendo nella vita. L'immaginazione è più importante della conoscenza ".

Stai usando la tua immaginazione ogni giorno? Einstein ha detto che l'immaginazione è più importante della conoscenza! La tua immaginazione anticipa il tuo futuro. Einstein ha detto anche: "Il vero segno dell'intelligenza non è la conoscenza, ma l'immaginazione." Stai allenando i tuoi "muscoli dell'immaginazione" ogni giorno? Non lasciare che qualcosa di potente come la tua immaginazione sia accantonata e lasciata inutilizzata.

5 - Sbaglia

"La persona che non ha mai fatto un errore, non ha mai tentato qualcosa di nuovo".

Non avere mai paura di sbagliare. Un errore non è un fallimento. Gli errori possono renderti migliore, più sveglio, più reattivo, se sai utilizzarli nel modo appropriato. Scopri il potere di fare errori. Ogni successo, ogni vittoria passa inevitabilmente attraverso una serie di rischi, di tentativi e di errori. Prova, sbaglia e riprova ancora, il successo sarà lì ad attenderti.

6 - Vivi nel Momento

"Non penso mai al futuro - arriva già abbastanza presto."

L'unico modo per affrontare nel modo migliore il tuo futuro è quello di essere presente quanto più possibile "nel momento." Quando sei "nel momento", non puoi cambiare ciò che è stato ieri, nè ha senso preoccuparsi per il domani, quindi datti da fare ora per rendere migliore il tuo futuro. Il qui e ora è l'unico momento che conta, ed esiste una volta sola.

7 - Crea Valore

"Non sforzarti di essere una persona di successo, quanto piuttosto di essere una persona di valore".

Non sprecare il tuo tempo cercando di avere successo o di piacere agli altri, impiegalo piuttosto creando qualcosa di valore. Se sei di valore, allora attirerai a te il successo. Scopri i talenti e i doni che possiedi e impara a utilizzarli nel modo in cui gli altri ne possanno trarre i maggiori benefici. Datti da fare per essere utile e il successo arriverà da sé.

8 - Non Aspettarti Risultati Diversi

"Follia: fare la stessa cosa più e più volte e aspettarsi risultati diversi".

Non si può continuare a fare la stessa cosa tutti i giorni e attendersi che accada qualcosa di diverso. Affinché la tua vita possa cambiare, è necessario che inizi a cambiare qualcosa nella tua routine quotidiana. Soltanto modificando le tue azioni e il tuo pensieropotrà cambiare la tua vita. Inizia dalle tue cattive abitudini, prova a trasformarle in azioni virtuose.

9 - La Conoscenza Nasce dall'Esperienza

"L'informazione non è conoscenza. L'unica fonte di conoscenza è l'esperienza ".

La conoscenza deriva dall'esperienza. È possibile parlare all'infintio di un compito o di un'attività, ma la discussione saprà darti solo una comprensione teorica della situazione- Per comprendere appieno è necessario mettere in pratica ciò che si è studiato e analizzato. Fai esperienza, non utilizzare il tuo tempo solo per le speculazioni teoriche, ma vai là fuori e fallo.

10 - Impara le Regole e poi Gioca Meglio

“"Devi imparare le regole del gioco. E poi devi giocare meglio di chiunque altro."

Per dirla tutta, in termini semplici, ci sono due cose che devi fare. La prima cosa che devi fare è imparare le regole del gioco che stai giocando. Non sembra qualcosa di entusiasmante, ma è fondamentale. In secondo luogo, è necessario impegnarsi a giocare la partita meglio di chiunque altro. Se riesci a fare queste due cose, il successo sarà tuo!

lunedì 28 gennaio 2013

Costellazioni Invisibili

Nuovo Evento presso Spazio Interiore Costellazioni Invisibili
per le info cliccare sul link in basso


http://spaziointeriore.com/index.php/eventi/icalrepeat.detail/2013/02/10/69/-/costellazioni-invisibili

Carlos Castaneda

Ti devi assumere la responsabilità dell’essere qui, in questo mondo meraviglioso, in questo tempo meraviglioso.
Devi imparare a far contare ogni tuo atto, dal momento che resterai in questo mondo solo per breve tempo, troppo breve in verità per assistere a tutte le sue meraviglie. Se non rispondi a questa sfida, è come se tu fossi morto. Allora, se non pensi che la tua vita debba durare per sempre, che cosa aspetti? Perché questa esitazione davanti al cambiamento?

Carlos Castaneda

Carlos Castaneda

"Per me il mondo è strano perchè è stupendo, imponente, misterioso e insondabile; ho cercato di convincerti che ti devi assumere la responsabilità dell'essere qui, in questo mondo meraviglioso, in questo tempo meraviglioso. Ho voluto convincerti che devi imparare a far contare ogni atto, dal momento che resterai in questo mondo per breve tempo, troppo breve in verità per assistere a tutte le sue meraviglie."

Insistei che essere annoiato dal mondo o non essere d'accordo col mondo era la condizione umana.

"allora cambiala" rispose seccamente: "Se non rispondi a questa sfida è come se tu fossi morto".


62. YaHeHe'eL ( dalla sera del 25 alla mattina del 30 Gennaio)

YaHeHe'eL ( dalla sera del 25 alla mattina del 30 Gennaio) L'Angelo delle altre dimensioni; Iahhel, o Iah-hel, o Yahehe’el è il 62esimo Soffio; è il sesto raggio angelico nel Coro mercuriano degli Angeli Arcangeli.
Può darsi che ha un certo punto delle vostre scoperte avvertiate un desiderio di...non sapete cosa: diciamo vagamente un desiderio di aldilà, magari vi sarete chiesti: cosa c'è al di là di tutto quel che si può sapere, e che dunque, si può anche superare? E avrete avuto la sensazione che quel al-di-là non sia poi tanto lontano, ma che una forte resistenza impedisca di darci un occhiatina. Se vi è capitata un esperienza simile, sapete già molto dell'Angelo di questi giorni, con le sue due (H), che simboleggiano una dimensione tutta spirituale, al di là della realtà visibile, il simbolo della quale è la lettera (Y).
YaHeHe'el è una evoluzione del precedente Arcangelo, Io vedo, io considero solo ciò che è super spirituale, oppure la mia vista è bloccata da un eccesso di spiritualità, o ancora meglio io ho il binocolo spirituale per vedere il mondo dello spirito, tradotto in pratica cosa vuol dire: immaginate un palloncino molto in alto e molto grande legato a terra da un nodo abbastanza fragile su un chiodo, quando nessuno lo guarda il palloncino, farà di tutto per slegarsi e sparire dalla vista degli altri; finchè sta lassù , si sentirà sempre legato a terra, ma comunque non starà malissimo, ma vorrebbe stare più su è un veggente; purtroppo i nati sotto questo angelo tendono a stare più giù , per non far dispiacere agli altri che gli domandano se si sentano un po' isolati; per non far dispiacere agli altri scendono per un pò giù per fare vedere che sono normali, gli riesce malissimo, perchè quando questo palloncino arriva a terra cominciano a fingere, quando comincia a fingere va contro la sua più grande propensione, quella di essere alla ricerca della verità assoluta; fingendo può essere che trovino un partner sulla terra, e sposata questa persona non possono far altro che disprezzarla profondamente per due motivi:
primo perché non si è accorto della finzione, secondo perché è con i piedi per terra, e loro hanno trascorso la loro vita in una finzione, accanto a qualcuno che gli ha addirittura accorciato lo spago, e naturalmente le tensioni sono fortissime.
In questa prospettiva la vita degli YeHeHe'eL, è un infelicità profondissima che può diventare anche feroce, non sopportano la finzione; che possibilità hanno allora: salire in alto, restare lassù e puntare più in alto possibile? SI perché stanno molto bene quando si trovano con alti palloncini tali e quali a loro, però devono avere il coraggio di essere se stessi, e di solito c'è la fanno, basterebbe che fosse assurdamente se stesso, perchè è toppo per aria, non gli interessa nulla che sia materiale, sono aldilà, sono delle radio che percepiscono dall'aldilà le informazioni che non sono traducibili in parole;
potrebbero per un pò fare gli insegnanti dei bambini, perchè i bambini sono più in alto degli adulti e possono capire meglio le cose che sono in cielo, qualsiasi cosa si intenda per cielo , dalla fisica, all'astronomia, alle fiabe; però ben presto si accorgerebbero che tutto quello che riesco a dire e falso terribilmente falso, per cui lascerebbero volentieri l'insegnamento; e cosa farebbero??? niente, lasciati a se stessi non farebbero niente, farebbero i guru ( ma non quelli che insegnano agli altri) che magari aspettano che arrivi fino a quella roccia in mezzo alla giungla, un discepolo che rimanga in silenzio per 4 / 5 anni prima di dire qualcosa; ( quel tipo di guru); ci sono quelle persone che han trovato, una possibilità di adeguarsi al resto dell'umanità, per poco, per esempio Luis Carol ( Alice nel paese delle Meraviglie) io parlo con Alice, gli adulti non mi interessano sono fuori; e di cosa parlo? Di un mondo incredibile, che è solo un millesimo del mondo che io potrei dire, perché d'altra parte Luis Carol non faceva solo lo scrittore per bambini, era anche un matematico notevole, per cui la sua mente spaziava in tante direzione; era solo l'interesse di questa mente straordinaria per quelli che sono tanto grandi come i bambini, per comunicare perché con i bambini e gli animali io parlo; un super Yahehe'el è Mozart, è perfetto nel senso che comincia da bambino a comporre, per tutta la vita continuerà a farlo ed ha accanto quella simpaticissima persona che è Leopold ( il papà) che si occupa di tutto e due anni dopo che il papà è morto si perde e muore anche lui perché non ha nessuna possibilità di mettere i piedi per terra; non gli interessa, anche se l'avesse avuta non gli sarebbe comunque interessata, perché era talmente bello comporre ed eseguire vivere del teatro, che il resto non conta nulla; ci sono tante professione che sono per aria:tutto quello che invenzione, creatività, tutto quello che è ricerca, l'importante è che siano per aria sul serio e che ci sia qualcuno a canto a loro che controlli che abbia chiuso la macchina, che abbia chiuso il gas perchè altrimenti questi sono spacciati.

Il nome di Iahhel significa “Dio supremo".

Il dono dispensato da Iahhel è il SAPERE; o il DESIDERIO DI CONOSCERE.
Dice la Tradizione che Iahhel aiuta ad acquisire saggezza, protegge i filosofi e tutti coloro che vogliono ritirarsi a vita contemplativa per seguire studi contemplativi e filosofici. Ma, governando nel suo Coro le energie venusiane, e dispensando anche quelle mercuriane proprie del Coro stesso, questo angelo concede contemporaneamente la ragione e la sensazione, qualcosa che può esprimersi, come dice Haziel, in "un'intelligenza pratica posta al servizio della Bellezza", oppure capace di trarre frutto (cioè gioia o ricchezza, o entrambe) dalla bellezza, oppure dal sapere: per esempio lavorando con l'educazione, con l'arte, la musica, o con la natura. Inoltre non favorisce solo l'appagamento nella solitudine, ma anche l'unione: secondo Haziel, infatti, favorisce, addirittura suscita, la formazione di associazioni e gruppi. Grazie a lui il soggetto saprà trovare la forma logica per istituirli, il modo di far coincidere gli interessi di molteplici personalità. L’influsso esercitato da questo Angelo farà sì che le esperienze derivanti dalle associazioni (comprese quelle intime come il matrimonio) elargiscano frutti saporiti, ossia sfocino in risultati positivi. Il suo protetto pronuncerà discorsi o scriverà testi favorevoli all’unione di tutti. Avrà un’intelligenza particolarmente idonea a capire le persone e gli avvenimenti, e anche capace di individuare ciò che può condurre all'affermazione personale. L'angelo dispensa dunque intelligenza, bellezza e ricchezza, doni che non si potranno manifestare nei casi in cui la Volontà Umana rifiuti gli stimoli da lui offerti: ma se i suoi protetti porranno la loro azione al servizio di un progetto positivo, avranno successo sicuro e otterranno una vita serena in cui saranno amati teneramente.

Qualità di Iahhel e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità sviluppate da Iahhel sono sentimento, saggezza, comprensione del potere del pensiero, amore e fedeltà coniugale, moderazione, amore della tranquillità e della solitudine. Spiccato senso del dovere e capacità di adempiere agli impegni; conoscenza del valore dell’esistenza, successo nelle carriere didattiche.
L'angelo dell’Abisso a lui contrario si chiama Aporménos e rappresenta l'ansia e il sospetto. Causa gli sconvolgimenti degli eventi, del corpo e dello spirito che ostacolano una vita tranquilla: impedimenti, scandali, malattie, depressioni.

Meditazione associata al Nome: genitore-maestro
La Verità da conoscere, connessa a questa meditazione, è che i figli non appartengono ai genitori, né gli allievi ai maestri: essi ci sono affidati in un rapporto che deve essere per noi occasione di evoluzione, e nel quale anche noi impariamo da loro. La posizione di genitore e di maestro, soprattutto, dà l'occasione di essere Luce per coloro che devono e possono imparare da noi: ma la Luce non si manifesta tanto nelle esortazioni teoriche, quanto nell'esempio pratico, nella capacità di essere per gli altri vere ispirazioni.
Meditazione: ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: metto a tacere il predicatore che è in me. Farò trasparire e parlare il Maestro che è in me attraverso le mie azioni.

Esortazione angelica
Iahhel esorta a riconoscere che tutto nasce dalle idee ed è fecondato dai sentimenti. In noi stessi è presente il seme che può far concretizzare ogni cosa; spetta a noi irradiare Luce e manifestare il Bene.

lunedì 21 gennaio 2013

Conferenza di Alchimia Operativa

Alchimia Operativa - con Marcus G. Salino

Sabato 26 Gennaio 2013 - ore 19.30


Alchimia Operativa

http://www.harmonia-mundi.it/eventi/alchimia_operativa.php

61.WuMaBe'eL ( dalla sera del 20 alla mattina del 25 Gennaio)

WuMaBe'eL ( dalla sera del 20 alla mattina del 25 Gennaio) Umabel è il 61esimo Soffio; è il quinto raggio angelico nel Coro mercuriano degli Angeli Arcangeli, Il nome di Umabel significa “Dio immenso; Dio al di sopra di tutto". E' anche l'Angelo di chi la sa lunga; è l'Angelo che rappresenta la voglia di esprimere la verità, il suo nome ha il seguente significato:
- (W) è il simbolo del freno, del nodo da sciogliere;
- (Mabà) significa "mostrare", l'energia umabeliana è quella che si desta in noi quando ci accorgiamo di non poter tacere, anche se ciò che stiamo per dire va contro i freni che la gente pone alla propria intelligenza.
Questo è l'Angelo dei Rabbini, non l'Angelo dei preti, c'è una bella differenza notevole tra rabbino e prete; il prete è il custode di una tradizione, la prima linea di un istituzione combattiva che è la chiesa, per cui deve, da un lato proteggere la sua tradizione, adattarla il più possibile, e dall'altro tenere su le sorti della sua chiesa, nel prete è fortissima la componente politica per cui se voi chiedete ad un prete, è possibile, è giusto, è lecito uccidere in guerra, il prete risponderà a seconda dei momenti, a seconda di che guerra è, contro chi, come vanno le cose in quel momento ecc.; se chiedete ad un sacerdote cristiano se è lecito mangiare carne in un periodo di quaresima è chiaro che la risposta sarebbe una specie di no, però seguono una serie di distinguo particolari per cui il timore è che tu dica " se non si può mangiare carne durante questo periodo allora non sono più cristiano", per evitare che questo avvenga, il prete svolge questa funzione di pastore per tenere contenuto il gregge. Il rabino invece, più antica come istituzione è una specie di trasmettitore; questo permette al rabino di avere una certa libertà di pensiero, vista dall'esterno; vista dall'interno non è libertà di pensiero, ma è una connessione, che il rabino dovrebbe avere per nascita, tra la sua mente e la Legge con la L maiuscola; la fonte di sapienza su quello che è giusto e quello che è sbagliato, su quello che è bene e quello che è male; c'è nella Bibbia il fatto che una sola tribù possano fare i sacerdoti( la tribù dei Levi), c'è un tipo di psicologico di persone connesse per nascita, il cui mestiere giusto nella vita è fare i sacerdoti, cioè dire le cose come stanno dal punto di vista di una fonte sacra, senza compromessi, senza aggiustamenti; sacerdote vuol dire specialista del sacro. Il prete diventa specialista del sacro il rabino ci nasce; Gli Umabe'el per loro natura sono dei rabbini; in qualche modo se li avete conosciuti, sarà un parlare al cuore; l'Umabel sa che quando parla dice cose giuste, e l'impulso a dire le cose giuste, le cose vere così come stanno secondo la legge negli Umabe'el è fortissimo; se resistono a questo impulso risultano agli altri a chiunque insopportabili; frequente è il caso nella vita degli Umabe'el i dispiaceri per i rapporti perchè è capitato che dentro di lui ci fosse un idea ben chiara rispetto ad una persona, però per non ferire, per non turbarla a trattenuto questa idea non l'ha detta, l'altra persona incomprensibilmente ha cominciato ad odiarlo perchè ha sentito che gli nascondeva qualcosa; quando l'Umabel nasconde qualcosa che lui sà e che sente ( è come un ispirazione), tutto quanto gli va storto, a cominciare dai rapporti umani, nei rapporti economici, nei rapporti fisiologici con gli altri, tutto gli va storto. Quando invece osa dire quello che dentro di se sente che è vero le reazioni posso essere di due tipi:
- prima reazione, si manifesta attraverso la violenza delle persone con cui parla che non accettano, quello che lui dice.
seconda reazione, entusiasmo.
L'Umabe'el deve essere coraggioso, deve costruirsi nel corso della vita la possibilità professionale, di dire quello che la sua ispirazione gli detta, " deve fare il rabino", allora se è nato in un ambiente rabbinico è apposto, se non è nato in un ambiente rabbinico deve trovarsi una professione che in qualche modo gli permetta di fare il rabbino lo stesso, e può andare dal consulente, al coach, al commercialista, all'avvocato, al vigile; oppure l'astrologo, il parrucchiere, l'estetista, perchè è una professione in parte artigianale.
Uno dei problemi dell'Umabe'el è non avere coraggio, il punto delicato nella loro vita è che sono rabbini nel profondo, hanno bisogno della sinagoga ( Sinagoga vuol dire luogo in cui tutti convergono), hanno bisogno di tanti, puntano questa loro forza di verita e la comunicano ad un gran numero di persone, devono avere intorno tantissima gente, questo di solito distrugge la loro vita coniugale, perchè avere accanto una sola persona è uno step insopportabile, divorziare per un Umabe'el è una gioia, non solo dopo il divorzio tra il coniuge e l'Umabe'el sono magnifici, perchè si sono aperte le porte ad altri tipi di possibilità, sono dei super Gabriele, non gli basta una Maria sola devono avere un sacco di Marie tutti i giorni.

Il dono dispensato da Umabel è AMICIZIA e AFFINITA'.
Umabel dona ai suoi protetti un animo aprticolarmente sensibile ed empatico, dunque capace di sintonizzarsi con gli altri offrendo amicizia e ricevendone. La persona nata sotto il suo influsso, rivolgendosi a lui, otterrà assoluta chiarezza di coscienza riguardo a come agire nel modo più funzionale alla situazione che si sta attraversando. Dice Haziel che l'energia elargita da Umabel ci fa sentire amati appassionatamente da chi la irradia: si tratta di persone intuitive, generose e capaci di interventi disinteressati e molto efficaci. Però si tratterà di interventi preziosi quanto discontinui: spetta a noi saper cogliere il meglio da queste persone senza pretendere di "catturarle". Riguardo alle persone "Umabel", agiranno spendendosi generosamente, ma l’oro che elargiscono senza alcun calcolo verrà sempre restituito loro, grazie a Umabel. Sempre secondo Haziel, l'angelo elargisce un'energia che stimola la personalità morale dell’individuo creando intorno a lui una sorta di armatura, di ossatura, suscettibile di accogliere il Disegno in fase di elaborazione. ..avremo così il moralista teorico, colui che predica ciò che tuttavia non ha mai sperimentato in proprio. In casi eccezionali, è possibile comunque che il predicatore sia portatore di un bagaglio di Disegni Divini, acquisiti nel corso di numerose incarnazioni pregresse. Nel caso suddetto, UMABEL farà circolare ed esteriorizzare la sua memoria; il suo eloquio corrisponderà a realtà vissute, e le sue azioni concorderanno con le sue parole.

Qualità di Umabel e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità sviluppate da Umabel sono tolleranza e armonia con gli altri, sincerità, gratitudine, carità, correttezza, amore per la musica; inclinazione per le professioni collegate all'astronomia e alla fisica. Sul piano emozionale quest'angelo, che governa le energie del Sole, dona ai suoi nati un "grande cuore solare": un cuore che ha ragioni che vanno ben oltre quelle della ragione, pieno di buone intuizioni che si avvereranno portando a meritati successi. Proprio per questo, l'angelo dell’Abisso a lui contrario (chiamato Argilon) rappresenta l'inimicizia e la diffidenza. Conduce a narcisismo, abuso di droga, tendenza ad abitudini intossicanti, diffidenza e chiusure verso le persone, di conseguenza solitudine e difficoltà ad avere amici.

Meditazione associata al Nome: Acqua
La Verità da conoscere, connessa a questa meditazione, è che l'Acqua non è un banale elemento fisico, ma è l'elemento che più di tutti collega fra loro tutti gli esseri e offre purificazione e guarigione. Sul piano fisico, dobbiamo immaginare l'acqua come un unico elemento di cui noi siamo letteralmente parte (ricordiamo che il corpo umano è costituito soprattutto da acqua), e non solo sul piano quantico, anche se nella nostra dimensione fisica le "parti" sembrano fra loro separate. In realtà esse lo sono come appare "separata" l'acqua che dal fiume confiniamo in un bicchiere: al di là delle nostre percezioni, in realtà essa continua a fare parte della massa d'acqua che compenetra il mondo. All'inquinamento delle acque appartiene dunque anche tutta la spocizia e l'intossicazione che portiamo nei nostri corpi (il quale raggiunge sempre anche l'anima- e viceversa). Dal punto di vista spirituale, ancor più importante, secondo la Kabbalah e praticamente secondo tutte le religioni, l'acqua è Luce di Dio resa manifesta nel mondo fisico. Non per niente anche presso la nostra religione più diffusa, il Cristianesimo, tutte le apparizioni mariane sono connesse allo sgorgare di sorgenti curative.
Per tutte queste ragioni, l'inquinamento delle acque non è solo un fatto "materiale", ma spia cruciale dell'infelicità del Pianeta: è insieme causa ed effetto di un'angoscia morale che attanaglia l'umanità. La meditazione associata a questo Nome si chiama "acqua" perché la sua vibrazione aiuta a riportare le acque al loro stato originario cristallino, incorrotto e taumaturgico. Meditazione: ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: per la vibrazione di questo Nome siano purificate le acque della Terra, si risveglino le forze della guarigione e dell'immortalità.

Esortazione angelica
Umabel esorta a specchiare noi stessi nei nostri "avversari", anziché giudicarli severamente: comprendendo che ciò che ci dà fastidio in loro è proprio quello che dobbiamo espellere anche da noi stessi, i loro difetti sono immagine delle nostre stesse debolezze, che in noi non sempre riusciamo a vedere.

venerdì 18 gennaio 2013

Carlos Castaneda ( in pillole)


Dato che dobbiamo spiegare un po’ la filosofia presente nelle opere di Castaneda e dato che questo quindi è un tentativo improbo da farsi nell’arco del breve spazio di una conferenza, facciamo pochi preamboli e cominciamo subito col dire che per don Juan, il maestro di Castaneda, la realtà è costituita da energia. O meglio, da campi di energia, che a volte vengono chia
mati “le emanazioni dell’aquila”. Queste emanazioni – sono innumerevoli – si raggruppano in fasce tra loro e ogni fascia costituisce un mondo a sé. Solo due di queste fasce sono percepibili all’uomo: quella che raggruppa la vita organica e quella che raggruppa strutture senza coscienza: minerali, gas, liquidi, ecc.
All’interno della banda di emanazioni degli esseri organici vi è una frangia particolare, la banda dell’uomo, che determina gli stretti limiti della percezione del conosciuto. Quando una persona non allinea perfettamente tutte le emanazioni della banda dell’uomo, vi sono delle variazioni nelle capacità di percezione: in questo senso sono spiegate sensibilità speciali, percezioni extrasensoriali, genialità, ritardi mentali, stupidità, ecc.
Ciò che è normalmente conosciuto, che fa parte delle emanazioni normalmente allineate, prende il nome di tonal, detto anche il lato destro. Poi ci sono un gran numero di emanazioni che fanno parte della banda dell’umanità, ma che restano di solito ignorate da essa: esse sono l’anticamera dell’ignoto.
Le emanazioni che si trovano invece al di là della banda dell’umanità costituiscono il vero e proprio ignoto. Esse sono il nagual, detto anche il lato sinistro, o la realtà separata.
Bene, abbiamo detto che la realtà che ci appare è determinata dall’allineamento tra le varie emanazioni. Ma cos’è che determina quali emanazioni saranno selezionate nel momento della nostra percezione? Viene chiamato “punto d’unione”. La posizione del punto d’unione fa sì che il punto allinei certe bande di emanazione e non altre e alcune emanazioni specifiche all’interno della banda e non altre. Allora ciò che noi percepiamo come il nostro mondo quotidiano è data dalla usuale posizione del punto di unione, il quale a sua volta produce un allineamento particolare delle emanazioni. Se quindi il punto di unione viene spostato, ciò provocherà l’allineamento di emanazioni della banda dell’uomo che solitamente sono scartate. Un ancora più elevato spostamento del punto di unione produrrà l’allineamento di altre bande di emanazioni.
Il lavoro di Castaneda è stato quello di spostare il punto di unione per uscire dagli angusti limiti della percezione ordinaria. E l’insegnamento di Don Juan era teso tutto a realizzare questo spostamento, e si divide in due grandi aree: le lezioni per il lato destro (dette anche ‘arte dell’agguato’) e quelle per il lato sinistro (chiamate ‘arte del sognare’).
La nostra facoltà comune cui diamo il nome ‘attenzione’ è quella che screma le emanazioni allineate, raggruppando quelle utili e scartando le altre, e dando quindi senso e ordine ad ogni percezione. Ma in realtà l’attenzione così come noi la conosciamo è quella che Castaneda chiama ‘prima attenzione’; ve ne sono altre due. La ‘seconda attenzione’ opera e mette ordine nella sfera dell’ignoto e la ‘terza attenzione’ integra le due precedenti, permettendo di penetrare nell’inconoscibile. Nella fase iniziale dell’addestramento del ‘guerriero’ la prima attenzione riveste un ruolo fondamentale: è attraverso l’uso strategico e specializzato di essa che il guerriero potrà accedere alla seconda attenzione.
Il modo in cui la prima attenzione gestisce le informazioni e le seleziona è dovuto alla pratica di tutta una vita e i tratti fondamentali vengono assunti dai primi anni di vita. In che senso? Alla nascita un bambino ovviamente non percepisce il mondo nello stesso modo degli adulti. Cioè la sua attenzione non è ancora diventata quella che sarà la prima attenzione, quindi non condivide il mondo percettivo di coloro i quali hanno questo tipo di attenzione già formato. Ancora – il bambino – non seleziona e organizza le emanazioni nel modo in cui lo fanno gli adulti. Lo farà, ma pian piano, assimilando col tempo la ‘descrizione del mondo’ che gli adulti gli propongono. Ogni adulto, inconsapevolmente, quando si avvicina ad un bambino si trasforma in un maestro che gli propone la sua visione del mondo, che è poi quella dell’umanità. Prima il bambino non capisce, perché non percepisce il mondo negli stessi termini, ma poi assimilerà la descrizione e comincerà a percepire la realtà attraverso la descrizione che gli è stata fatta. È questa descrizione che determinerà il modo in cui la percezione selezionerà e organizzerà i campi di energia. Poi, diventati adulti, il fluire continuo di quel tipo di descrizioni da infiniti punti della realtà che viviamo, non farà altro che confermare e sostenere il tipo di percezione a noi familiare. È come una gabbia, una prigione: non possiamo pensare altrimenti, siamo costantemente addestrati e invitati a percepire in un certo modo e solo in quello.
Ora, però, se questo flusso, se questa descrizione venisse sospesa, la realtà da essa creata crollerebbe: è ciò che Castaneda chiama ‘fermare il mondo’. Il ‘vedere’ di cui parla don Juan è proprio la capacità di percepire il mondo nel modo in cui esso si rivela una volta interrotto il flusso della descrizione.
Abbiamo capito dunque che la descrizione del mondo non è qualcosa che ci è puramente esterno, ma che con il tempo noi inconsciamente interiorizziamo, facciamo nostra. La descrizione del mondo ci entra dentro, fa parte di noi stessi ed è costantemente ravvivata dal cosiddetto ‘dialogo interno’. Il dialogo interno è come un guardiano che protegge costantemente la descrizione del mondo che abbiamo imparato dagli altri. Il nostro dialogo interno, attraverso i pensieri e attraverso il ‘fare’ che questi pensieri producono, alimenta la descrizione del mondo. Cioè a causa delle cose che ognuno racconta a se stesso, percepiamo il mondo nel modo in cui siamo soliti farlo e ci comportiamo di conseguenza. Così succede che il mondo viene sostituito dai nostri pensieri: noi non abbiamo un rapporto diretto con esso, ma lo fruiamo attraverso i discorsi che ci facciamo riguardo ad esso: ci raccontiamo che il mondo è in un certo modo e scambiamo questo per realtà. Tutto ciò ha fine ovviamente quando riusciamo a interrompere il dialogo interno. La capacità di fermare il dialogo interno è chiamata da don Juan la chiave del mondo degli stregoni.
Detto questo, come è possibile bloccare la descrizione del mondo? Attraverso azioni estranee alla descrizione stessa, che sono chiamate ‘non fare’. Il ‘fare’ raggruppa tutte quelle azioni ordinarie, la serie dei nostri comportamenti, che ci sono provocati dalla descrizione del mondo. Le nostre azioni emanano da questa descrizione e – contemporaneamente – la convalidano. Ogni azione – invece – che non sia coerente con la descrizione del mondo o di noi stessi costituisce il ‘non fare’ (ho detto anche di noi stessi: anche l’idea che abbiamo di noi stessi, dell’io, di ciò che esso sia, delle sue funzioni, delle sue capacità e possibilità, anche tutto questo fa parte della descrizione del mondo). Quindi il non fare interrompe la descrizione del mondo, sospende il fare del mondo conosciuto. Quindi il non fare è il mezzo che apre il cammino verso il lato ignoto della realtà e di noi stessi. Perché interrompe anche la descrizione della nostra persona, liberandoci quindi dall’incantesimo dell’ego, che ci vuol far credere di essere lui a costituire la nostra unica realtà. Ci riconosciamo quindi come esseri fluidi, liberi, campi di energia. È l’accesso al nagual.
Ora, per quanto riguarda le tecniche, concentriamoci sulle tecniche per il lato destro. Perché è necessario passare per il lato destro per accedere poi al lato sinistro: alla realtà separata (il lato sinistro) ci si arriva solo dalla realtà ordinaria (il lato destro).
Allora, abbiamo visto che l’energia è un’idea centrale nel sistema di Castaneda. L’energia presente in un uomo costituisce il suo ‘potere personale’ e l’uomo è soltanto la somma del suo potere personale. Il fatto è che l’energia a disposizione dell’uomo viene pressoché esaurita nel compiere le nostre azioni quotidiane, azioni abitudinarie che sono determinate per ognuno dal proprio passato. Quindi non resta energia per l’incontro con l’ignoto. Allora per realizzare qualcosa di completamente nuovo rispetto alle nostre consuetudini è necessaria nuova energia.
Quindi il guerriero regola tutto quello che fa in base all’energia. Cioè sa di essere costituito di energia e che tutte le sue azioni si riverberano sulla sua disponibilità di energia: o la fortificano o la indeboliscono. Ogni azione deve essere tesa alla fortificazione dell’energia o al limite al mantenimento di essa, mai alla perdita: questo costituisce quella che Castaneda chiama ‘l’impeccabilità’ del guerriero. Impeccabilità vuol dire uso ottimale dell’energia. Il guerriero non agisce più mettendo al centro delle questioni il suo ego, ma la sua energia. Irritazione, cattiveria, urla, minacce, sentirsi offesi, attaccare, temere gli altri, piangere, e chi più ne ha più ne metta: tutto questo ha come centro l’ego e come funzione quella di fortificarlo, di confermarlo; ma da un punto di vista energetico, tutto ciò e molto altro ancora è da rigettare senza se e senza ma. Tutti gli stati che privano di energia sono da aborrire: questa è la regola del guerriero.
Dunque, possiamo riassumere alcune aspetti:
Tutto quanto un essere vivente fa e tutto quanto gli accade, è determinato dal suo livello di energia, cioè dal suo potere personale;
Il livello di energia di una persona dipende da tre fattori: la quantità di energia con cui è stato concepito, la maniera in cui ha incrementato o diminuito tale energia e il modo in cui la usa nella sua vita presente;
Il modo in cui un uomo comune usa la sua energia non è determinato dal caso o da una scelta libera, ma dal suo passato;
Anche se gli uomini di solito consumano la loro energia eseguendo quelle azioni abitudinarie dettate dalla loro storia personale, possono realizzare i seguenti cambiamenti: ricanalizzazione dell’uso dell’energia, risparmio dell’energia, incremento dell’energia.
Queste regole si commentano da sole, credo. Spendiamo almeno due parole riguardo al terzo punto. Tutto è determinato dalla nostra storia personale: classe sociale, nazionalità, sesso, carattere, personalità, religione, ideologia politica, complessi e traumi, sono solo alcuni esempi della quantità sterminata di dettagli che configurano la storia personale e che determinano il nostro vivere quotidiano. Quando quindi noi pensiamo di agire liberamente, di scegliere, in realtà non stiamo facendo altro che compiere azioni per le quali il nostro passato ci ha programmato. Noi crediamo di scegliere con chi parlare, quali luoghi frequentare, quali evitare, ma in realtà in queste apparenti scelte c’è solo la storia personale, la quale si esprime ovviamente nella struttura del nostro ego. L’ego è l’espressione operativa della storia personale. Quindi le nostre scelte sono assai limitate, sono ristrette entro la piccola cornice rappresentata dalla proiezione della nostra storia personale nel presente. Questo conduce ad uso scriteriato della nostra energia, logorante e poco gratificante.
Allora, l’energia va ricanalizzata. Torniamo alla questione del non fare, cioè al compiere azioni che fanno parte delle nostre possibilità, ma che ci sono completamente inusuali, come se con queste azioni noi ci ponessimo al limite delle nostre possibilità. Queste azioni, che compiamo consapevolmente senza alcuna finalità (appunto: ‘non fare’) non nascono dunque dal nostro condizionamento del passato, e hanno come effetto di aprire poco a poco il nostro campo di possibilità. Cioè a forza di compiere azioni insolite, creiamo uno specie di scompenso nei nostri modelli d’uso dell’energia, i quali quindi si indeboliscono. Così noi potremo ricanalizzare l’energia verso usi meno logoranti, e questo causerà una produzione in eccesso dell’energia. Esempi se ne possono fare a iosa: smettere di fumare, di bere, di arrabbiarci, guardare un albero per molto tempo (es. dell’esercizio di Castaneda). Le nostre possibilità di vita e di percezione si amplieranno sempre più, fino ad arrivare a eliminare la tendenza ad agire secondo la storia personale.
Ma la cosa essenziale prima di tutto è il risparmio di energia. Per questo i guerrieri stilano un inventario personale del dispendio di energia. Da questo inventario il praticante può selezionare le azioni che non gli sono indispensabili e che sono particolarmente dispendiose e distruttive della propria energia, e lavorare così ad eliminarle temporaneamente o definitivamente.
La tecnica ritenuta da Castaneda la più importante per aumentare energia è quella che egli chiama la ‘ricapitolazione’. È una pratica molto ardua, che può durare tutta una vita. Consiste nel recupero di tutte le esperienze passate: i luoghi in cui siamo stati, le persone che abbiamo incontrato, le situazioni che ci hanno segnato, formato, turbato, ecc. Deve essere un uso del ricordo distaccato: non deve intervenire l’ego con le sue interpretazioni, altrimenti ricadiamo nella nostra storia personale. È la prima tecnica da usare per chi voglia seguire un processo di autoliberazione. Ed è una tecnica che porta a muovere il punto di unione. Avere realizzato la ricapitolazione ci porta a vivere il presente da un altro punto di vista, finalmente non più attanagliati dalla nostra storia personale. Ognuno di noi è legato a cose legate al passato attraverso filamenti della propria energia e questi filamenti rischiano di rimanere agganciati ad esso per tutta la nostra vita. In questo caso non riusciremo mai ad intraprendere nulla di nuovo veramente. La ricapitolazione porta invece alla liberazione da tutto ciò. Insomma, la ricapitolazione permette il recupero dell’energia persa lungo il cammino.
Le altre tecniche che fanno parte dell’arte dell’agguato, cioè le lezioni per il lato destro, hanno tutte come scopo quello di eliminare l’importanza personale, di scalfire l’ego, di destrutturare la storia personale. Possiamo Enumerarle velocemente, commentandole velocemente.
Il ‘piccolo tiranno’. Siamo più o meno sempre circondati da piccoli tiranni. Don Juan definisce il piccolo tiranno con queste parole: “è un torturatore, qualcuno che ha il potere di vita e di morte sui guerrieri, o che semplicemente rende loro la vita impossibile”. Il tiranno è quello che vampirizza la nostra energia attraverso innumerevoli attacchi: chi ci fa rattristare, chi ci fa innervosire, che ci spaventa, chi ci mette in apprensione, chi ci tratta brutalmente o con violenza, chi è scontroso. Tutte queste persone ci distruggono lentamente, sono dei veri e propri tiranni nei nostri confronti. Ma dall’altra parte sono anche i nostri più grandi maestri, dice Don Juan. Grazie a loro possiamo affinare le nostre tecniche da guerrieri. Essenzialmente sono due le ‘virtù’ che possiamo fortificare in loro presenza: l’eliminazione della nostra importanza personale e l’impeccabilità. Per quanto riguarda il primo aspetto, lo avvicinerei all’idea cristiana di umiltà. Ma non è solo umiltà: è anche la consapevolezza che fino a quando ci diamo troppa importanza, per prima cosa sprechiamo energia per qualcosa di abbastanza inutile, e poi continuiamo a identificarci con quello che crediamo di essere, privandoci della possibilità di accedere ad altri piani di esistenza. Poi, riguardo all’impeccabilità di cui abbiamo già parlato, il tiranno ci costringe, se non vogliamo essergli succubi, a mantenerci in una situazione di controllo di noi stessi, di disciplina, di distaccata sopportazione: tutti atteggiamenti indotti dalla viva consapevolezza che la nostra energia non ci deve essere sottratta gratuitamente, che l’energia è il nostro unico carburante, che senza energia non potremo cambiare mai. Un guerriero quindi potrà essere danneggiato, ma non offeso; potrà essere colpito, ma non umiliato.
Altra tecnica che Don Juan ha imposto più volte a Castaneda riguarda quella delle false apparenze, dei travestimenti, del fare la parte di qualcun altro, del travestirsi addirittura da donna. Il significato è sempre quello di prendere le distanze dall’illusione di avere un ego definito e immutabile. È una modificazione della percezione di se stessi, quindi uno spostamento del punto di unione. È un’esperienza molto conosciuta dagli attori di teatro o di cinema: si arriva ad un punto in cui ci si chiede: “Ma chi sono io?”. Perché succede qualcosa di molto strano: nel momento nel quale mi vesto come un altro, assumo certi comportamenti, certe usanze, certi modi di dire completamente nuovi, comincio ad entrare nella parte. Non è un semplice imitare, ma diventa un identificarsi. Più pratico e più mi identifico. Non sono più io, sono qualcos’altro e mi sento qualcos’altro: lo sono realmente. E allora quello che ero prima? Possibile che basti cambiarmi d’abito, usare parole diverse, mangiare piatti nuovi, muovermi diversamente, ecc., per dimenticarmi della mia storia personale? Eppure è così: quindi si comprende via via che l’ego è un’illusione, un agglomerato di contingenze che possono mutare. Un’altra tecnica che Castaneda usava ogni tanto e che possiamo raggruppare con queste è quella di cambiare luogo di residenza, cambiando quindi le persone da frequentare, i posti, cambiando anche il proprio nome: è cioè sempre una tecnica per non fossilizzarsi nella identificazione con noi stessi. Anche le persone che frequentiamo di solito, i luoghi nei quali camminiamo, ci identificano, ci riconfermano nella nostra consapevolezza di noi stessi. Quindi cambiare tutto questo vuol dire distanziarci da questa identificazione, viverci in un modo diverso, scoprendo cose nuove di noi stessi e dell’uso della nostra energia
Altra tecnica che Castaneda a volte usava era quella di guardare gli altri, le altre persone come dei tonal. Cioè lui riusciva a vedere le persone come uova di luminosità, campi di energia. È ovvio che questa tecnica non è da tutti. Ma il preambolo ad essa, che tutti possono cercare di realizzare, è quella di guardare gli altri senza giudicare. Cioè guardare gli altri nelle loro attività quotidiane, nei loro mestieri, nelle situazioni più diverse (in autobus, in stazione, per strada, al mercato…), facendo in se stessi un silenzio interiore. Cioè guardarli, cercare di ‘sentirli’, ma con atteggiamento rilassato, evitando di giudicare, di speculare sul loro aspetto, sui gesti che fanno. In questo modo si ‘sentono’ le persone diversamente, ci rivelano cose nuove. Non so chi di voi si è mai guardato allo specchio per un certo numero di minuti, cercando di realizzare con i propri occhi uno stato di semi-catalessi (un po’ come quando diciamo di una persona che si è addormentata ad occhi aperti): il vostro viso cambia aspetto, poi se spostate lo sguardo sulle spalle vedete una certa luminosità bianca.
Un’ultima tecnica del lato destro cui voglio accennare è quella della morte come consigliere. Ci immaginiamo eterni e per questo agiamo e pensiamo come se non esistesse la morte. Invece il guerriero lo sa bene: la morte è la sua consigliera. Sa di essere solo un uomo ed agisce sempre con questa consapevolezza: morirò. Allora tutto cambia: egli agisce come se quel che sta facendo fosse l’ultimo suo atto. Pensare alla morte riduce tutti i problemi, li ridimensiona, crea una gerarchia di priorità del tutto nuova. Le cose si fanno nebulose? Il guerriero pensa alla propria morte. Vuole temprare se stesso? Pensa alla propria morte. Tutto ciò che è toccato dalla morte diventa potere. Solo l’idea della morte dà a un guerriero il distacco necessario a consentirgli di abbandonarsi. Sa che la morte lo aspetta e che non gli darà il tempo di aggrapparsi ad alcunché; per questo sperimenta, senza desiderarla, ogni cosa. Don Jaun dice a Castaneda: “La morte è la nostra costante compagna. Ogni qualvolta sente che tutta va male, e che sta per essere annientato, il guerriero può rivolgersi alla morte e chiederle se è davvero così. La morte gli risponderà che si sbaglia, e che al di fuori del suo tocco nulla ha importanza”. In un mondo in cui la morte è il cacciatore, non c’è tempo per dubbi e rimpianti: c’è solo il tempo per le decisioni. La morte ti porta alla decisione estrema, al considerare ogni tua azione, ogni momento come estremamente decisivo e quindi da vivere con impeccabilità. Senza la consapevolezza della morte tutto diventa comune e banale. Il mondo è un mistero incolmabile per il guerriero proprio perché la morte lo attende, perché essa è sempre con lui.
Ora alcune tecniche per il lato sinistro.
Cominciamo con la cessazione del dialogo interiore, di cui abbiamo parlato all’inizio. Ricordiamo che il dialogo interiore è una delle cause della perpetuazione del nostro ego: dico a me stesso, attraverso pensieri, riflessioni, ecc., sempre quello che sono, come sono fatto, i miei pregi, i miei difetti, le mie opinioni, i miei ricordi. Cioè mi ingabbio attimo dopo attimo nella descrizione del mondo, in questo caso di quella parte della descrizione che è il mio ego. Allora don Juan costringeva Castaneda a delle pratiche finalizzate alla cessazione di questo dialogo.
Enumero velocemente alcuni esercizi. Seguire l’orma. Camminando per le foreste del Messico, Castaneda doveva mettere i piedi esattamente dove li aveva messi Don Juan, il quale camminava davanti a lui. E doveva anche muoversi in sincronia con lui. Castaneda doveva visualizzare l’orma di Don Juan davanti a lui e calpestarla..
Un altro esercizio, sempre camminando, era quello di mantenere le mani in qualche posizione speciale, come per esempio curvare le dita, separare il medio dall’anulare, ecc., e poi camminare cercando di mantenere una visione periferica di 180 gradi, cercando cioè di guardare tutto simultaneamente, senza mettere a fuoco nessun punto in particolare.
Poi c’è la ‘camminata del potere’ (o l’andatura del potere). Non è qualcosa di facile e neppure da prendere alla leggera, dato che può risultare molto pericoloso. È una tecnica che dovrebbe fare emergere alcuni lati nagual del guerriero. Non è semplicemente un esercizio sportivo, è invece qualcosa da fare cercando di attivare solo il corpo, l’intelligenza nascosta in esso, e disattivare invece il cervello. Potremmo dire che è un esercizio per dissotterrare l’istinto nascosto in noi. Spesso don Juan faceva fare questo esercizio a Castaneda anche in questo caso in foreste, in passeggiate per i monti, insomma in suoli in salita o discesa, disseminati di sassi, piante, alberi, ostacoli un po’ ovunque. Prima di giorno, con un passo non troppo celere e su terreni pianeggianti; poi – pian piano – sempre più difficile: al tramonto o di notte, di corsa e su discese impervie. Castaneda doveva correre cercando di non cadere: come potete capire si tratta di un esercizio assai arduo. Egli doveva abituare il corpo a muoversi con agilità, senza forzarlo; doveva porsi in un punto intermedio tra la tensione e la scioltezza: cioè doveva essere sveglio, attento, attivo, ma con un sentimento di sobrietà e controllo. Poiché la marcia di potere e il dialogo interno non possono aver luogo simultaneamente, quest’ultimo non può che tacere completamente in questi esercizi. E infatti Castaneda viveva esperienze strane durante queste pratiche: a volte si sentiva trasformato in un animale, con una respirazione diversa, in un luogo insolito, senza il suo raziocinio, ma solo con l’arma del proprio istinto.
Un altro esercizio era guardare un oggetto sfocato, cioè incrociare gli occhi e fermarli ad un punto immaginario prima dell’oggetto stesso. Questo costringeva Castaneda a sforzarsi a mantenere questo tipo di sguardo sfocato e quindi faceva tacere il dialogo interno.
Un’altra pratica che Don Juan considerava di importanza assoluta, veramente fondamentale, era quella legata al sognare. ‘Sognare’ nel vocabolario di don Juan significa realizzare sogni in cui non si perde del tutto la coscienza e che cominciano quando ci rendiamo conto di stare sognando. La tecnica principale, quella di inizio, è sognare di guardarsi le mani. Nel momento nel quale ci addormentiamo dobbiamo ricordarci di trovare le nostre mani in sogno. Anche questa è un’esperienza estremamente difficile da realizzare. Ci sono persone che ci provano per anni e non ci riescono. Un grande aiuto proviene dalla vita quotidiana e dagli esercizi che possiamo fare in essa. Più non fare facciamo, più cerchiamo di bloccare il dialogo interno, più ci sarà facile riuscire a vedere le nostre mani mentre sogniamo. Una volta riusciti a ricordarci di guardare le nostre mani in sogno, e una volta addestrati a ricordarcene sempre più facilmente, il problema è addestrare la capacità di sostenere la visione. Spesso all’inizio Castaneda riusciva a guardarsi le mani, ma subito dopo cadeva nel torpore completo, ritornando alla totale inconsapevolezza del sogno. Allora, per addestrare questa capacità, bisogna cercare di mettere a fuoco gli oggetti della scena in cui ci troviamo. Mettere a fuoco non è facile, a volte le stesse nostre mani non lo sono. Un altro problema è che a volte gli oggetti si modificano sotto il nostro sguardo; in questo caso dobbiamo tornare alle nostre mani. Pian piano riusciremo ad abbracciare sempre più cose con lo sguardo, fino a vedere la scena intera. Successivo problema sarà quello di muoversi: cercheremo di muoverci con il nostro corpo, con le nostre gambe, ma non ci riusciremo. Perché? Perché il corpo del sogno non è quello fisico. Allora entra in gioco la volontà: nel sogno ci si muove con la volontà, la cui sensazione nasce sotto l’ombelico. Con la pratica si inizierà a muoverci con la volontà. A questo punto potremo decidere lo spazio e il tempo del nostro sogno. Cioè possiamo scegliere il luogo in cui vogliamo andare sognando. Bisognerà allenarci durante il giorno a concentrare l’attenzione al posto dove vogliamo andare durante il sogno: una pratica consigliabile è di non concentrarsi su tutto il luogo, ma magari su un oggetto presente in esso, una piazza, una via, una persona, ecc. Poi quando sogniamo, basta ricordarci di quel particolare e così il nostro corpo del sogno verrà attirato dall’attenzione che abbiamo depositato su di esso. Per il tempo, potremo decidere di sognare quel luogo di giorno o di notte, o di sognarlo l’ora corrispondente in cui stiamo effettivamente sognando. La cosa migliore è fare coincidere il tempo e lo spazio del sognare con il mondo della nostra vita quotidiana, per permettere al nagual e al tonal di intersecarsi, convivere.
Il sogno è mondo del nagual per eccellenza secondo Castaneda, è luogo di potere, luogo di incontri determinanti per il guerriero. È una specie di scuola efficace per la sua vita da sveglio. È addestramento per eccellenza della sua seconda attenzione e accesso alla terza attenzione, quella che fa interagire il lato destro e il lato sinistro, il tonal e il nagual. È il luogo per eccellenza dello sciamano: ma attenzione, stiamo parlando del ‘sognare’ inteso nel senso di don Juan. Cioè il sognare lucido, mentre invece l’altro sognare quello usuale fa parte anch’esso più del tonal che del nagual, più dell’ego che dell’energia, più del mondo ordinario che della realtà separata, più della storia personale che della seconda attenzione.

mercoledì 16 gennaio 2013

60. MeZaRa'eL (dal 16 alla mattina del 20 Gennaio)


MeZaRa'eL (dal 16 alla mattina del 20 Gennaio) Mitzrael, o Metsara’el, è il 60esimo Soffio; è il quarto raggio angelico nel Coro mercuriano degli Angeli Arcangeli guidato dall’Arcangelo Michele; L'Angelo di chi è un incognita, Il nome di Mitzrael significa “Dio che soccorre", o "Dio che libera gli oppressi".
La lettera (Z) simboleggia le fasi della nostra vita interiore in cui stiamo cominciando a scoprire qualcosa che è solamente nostro, e a diventare più sapienti. Nel Mondo l'incognita sei tu, ( cioè che ti attribuiscono un valore) in base a ciò che sanno di se stessi, ne viene una regola aurea: " non aver bisogno dell'approvazione degli altri".
Metzarael significa ISTMO una linea di terra che collega due luoghi, può essere un collegamento tra al di quà e al di la, o tra un infanzia importantissima, ed un'età adulta che diventa il contrario dell'infanzia; ad esempio Fellini, come immagine è prorpio paradigmatica; professione consigliata è la psichiatria, sono nati per esplorare le possibilità di comunicazione tra sfere della mente non domabili, non organizzativi, e sfere organizzate; Fellini nella sua storia rappresenta esattamente il suo Angelo, nei suoi Film l'elemento follia è importantissimo; uno dei più grandi capolavori di Fellini e Amarcord ( io ritrovo la strada dell'infanzia, riesco a stabilire un Istmo tra il presente e questa parte di universo che si è persa). Sono persone che vivono sulla soglia,e la usano, quando fanno gli artisti o gli psichiatri che aiutano le persone che sono al di là della della soglia, allora va tutto bene, quando invece vogliono fare le persone normali, che non hanno neanche l'accortezza di lavorare tra la loro nazione e una confinante come un Istmo, allora la "soglia li ingoia " è come se l'istmo sprofondasse dentro di loro, è facilissimo per queste persone che ci siano crolli tormentosi.
Tra le persone nate in questo Angelo c'è Edgar Allan Poe che è un visionario meraviglioso, è quello che guarda oltre una certa soglia al di là della quale nessuno osa guardare, e ne rimane fortemente impressionato; poi ci sono quelli che invece gli è crollato dentro il mondo ( non artisti ne uomini di spettacolo) come ad esempio Al Capone, viveva nella soglia della mala vita e la possibilità di essere l'unione tra vita politica e mala vita organizzata come era nei suoi momenti forti della sua carriera.
C'è un altro tipo di professione di questo angelo il ricercatore scientifico, perchè è un ponte mobile nell'aldilà, Benjamin Franklin ne è un esempio, ( fisico, studioso di fenomeni elettrici che guarda caso ha inventato il para fulmine, in questo caso l'istmo tra l'energia del cielo derivante dai fulmini, e l'energia della terra); se non seguono queste professioni, non si adattano sono fatti per produrre pile elettriche, non per stare tutti da una parte come fa la maggior parte di noi, se loro stanno da una parte sola esplodono.

Il dono dispensato da Mitzrael è il CONSOLIDAMENTO, o la RIPARAZIONE.
E' la capacità di concretizzare i progetti, e anche di elargire energie riparatrici e ricostruttrici. Secondo Haziel quest'angelo accelera in modo straordinario l'estrinsecazione degli intendimenti umani: esercita cioè un influsso che rende le persone decisamente dirette allo scopo, capaci di realizzazioni pratiche immediate ed efficaci. Dice Haziel che i protetti da Mitzrael, divenendo ricettivi alla sua energia, sapranno anche stabilire ottime relazioni con gli altri e conseguire vittorie fulminee, che sapranno dimenticare subito per nuove iniziative. Infatti il carattere liberatorio di Mitzrael non consente di legarsi a un solo progetto (..) la persona tenderà a staccarsi e arretrare alquanto dalle sue stesse realizzazioni. Nella pratica stabilirà una perfetta intesa con la terza fase dell’elaborazione di un prodotto (denominata dai Cabalisti fase Vav): cioè quella della realizzazione. Il nato in questi giorni è dunque un “uomo della fine": intendendo con ciò che egli riceverà il massimo aiuto dalle forze angeliche proprio nella parte conclusiva dei progetti. Il suo aiuto sarà dunque decisivo proprio nei momenti in cui progetti saranno pronti per esteriorizzarsi. Questa persona è portatrice di avvenire; già vede i risultati di tutto ciò che sta per iniziare. E' portatore di idee nuove, utopiche, forse precoci, ma che più tardi si manifesteranno puntualmente. 

Qualità di Mitzrael e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità sviluppate da Mitzrael sono finezza di spirito, ingegnosità, gusto del bene e del bello, salute fisica e intellettuale, rigore morale, padronanza delle emozioni. I difetti che contrasta sono assurdità, insubordinazione, ostinazione, prepotenza, paranoia, stupidità. Infatti l’Angelo dell’Abisso che contrasta Mitzrael si chiama Camal e rappresenta le idee di persecuzione. Causa rivolta, insubordinazioni, pensieri paranoidi, influisce negativamente su tutte le qualità del corpo e dello spirito, instilla distrazione e scarsità di attenzione per gli altri. La preghiera al proprio Angelo (o la meditazione sul rispettivo "Nome di Dio") difende i nati in questo periodo dal cadere in questi rischi e difetti.

Esortazione angelica
Mitzrael esorta a costruire, portando a compimento nella materia le ispirazioni interiori. Poiché per costruire solidamente occorre essere solidi ed equilibrati, esorta a sviluppare queste qualità e a far ricorso alle sue energie per ottenere aiuto.

Meditazione associata al Nome: libertà
L'intuizione su cui meditare è che nel nostro inconscio qualcosa ci lega alle schiavitù di cui crediamo di volerci liberare. La paura della libertà che serpeggia nel popolo ebraico nell'episodio della fuga dall'Egitto rappresenta la tendenza dell'ego a rifuggire la crescita interiore, per rifugiarsi eternamente in qualche schiavitù morale, cioè "al "livello dell'essere più basso a cui eravamo abituati". La vibrazione di questo Nome restituisce vigore agli impulsi interiori di liberazione. La meditazione che vi è associata si chiama "libertà". Concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: percepisco l'equilibrio e l'armonia che sovrintendono alla Creazione, e la riconsoco anche negli stenti e nelle prove che l'esistenza ci impone. Richiamo la forza per superare tutte queste prove, per spezzare le catene dell'ego e ottenere il coraggio di percorrere i cambiamenti.

venerdì 11 gennaio 2013

59. HaRaHe'eL (dall'11 al 15 20 Gennaio)

HaRaHe'eL ( dall'11 al 15 Gennaio)è il terzo raggio angelico nel Coro mercuriano degli Angeli Arcangeli guidato dall’Arcangelo Michele. L'Angelo dei conflitti; ogni bambino nasce principe, erede di un universo, poi gli insegnano a ridimensionarsi. A casa a scuola lo plasmano in modo che si inserisca, come una nuova tesserino nel mosaico dell'immagine del mondo in cui si sono rassegnati quelli nati prima di lui; HaRaHe'eL è l'angelo dei bambini che proprio non vogliono rassegnarsi come i loro insegnanti; le lettere di questo nome angelico significano:
(H): l'invisibile, lo spirito, l'energia creatrice, energia spirituale dell'aldilà;
(R):il tragitto il condurre, aprire un percorso;
(H): l'esistenza,la legge le istituzioni.
La formula descrive " un impulso a portare all'esistenza cose ancora invisibili", esorta ad andare altrove, dove "Altrove " potrebbe significare NELLA PROFONDITA' DI SE STESSI; OPPURE : tra i pochi che mi vogliono veramente bene. ( questa prima breve descrizione tratta dall'Agenda degli Angeli si può sintetizzare negli argomenti trattati oggi da Igor nel suo seminario sulla psicologia degli Angeli).
Io faccio fluire dall'invisibile al concretissimo, sono un canale che porta dall'infinito al finito; c'è un discorso di Martin Luther King I have a dream che è perfetto ( è nato sotto questo Arcangelo); una professione consigliata per questi Angeli è lo scopritore di talenti, io guardo la dove nessuno vede, apre le porte al mondo che tutti vedono e che è retto dalle legge del commercio e del denaro; la trasformazione di qualsiasi idea in struttura concreta, esempio fondatore di una casa editrice; il problema di questi Angeli e in qualche modo inombrato nel Vangelo esempio una caratteristica della nascita di Gesù è all'opposto di Pinocchio, quest'ultimo ha solo il papà, non ha la mamma, Gesù ha solo la mamma non ha il papà, tutti e due hanno a che fare con la falegnameria, tutti e due hanno dei problemi con il legno, uno è fatto con il legno, l'altro finisce con il legno; in entrambi i casi c'è un genitore che manca, in qualche modo HaRaHe'eL zoppica, il suo rapporto con la generazione precedente è difficile; gli unici problemi di questo angelo e che deve solo trasformare l'invisibile al visibile, ma non deve avere problema con la generazione precedente, questo ponte deve essere sgombro,non ci deve essere nessuno che interferisca su questa scoperta; il genitore che prima che l'HaRaHe'eL nascesse era già solido è un ostacolo, e questo Angelo deve liberarsene deve venirne a capo; in questa tipologia di Angelo la lotta con i genitori è fortissima in profondità.Se io mi affaccio sull'aldilà e da li porto qualcosa che tutti quanti possono utilizzare io romperò le scatole a qualcuno, in questo senso si può intendere io dall'invisibile porto qualcosa che le istituzione sono in grado di bloccarmi, per cui devo essere bravo a portare qualcosa che le istituzioni non siano in grado di bloccare. Si hanno così due tipi di HaRaHe'eL, quello che non cede alle istituzioni, tipo opposto ( Andreotti che realizza lo schema in modo più intrigante nell'invisibile, io traggo spunti, impulsi, alleanze forze per poter agire nelle istituzioni) dentro di me c'è una forza spirituale altissima che vorrebbe manifestarsi, ma che le istituzioni bloccano, e io interiorizzo queste istituzioni e blocco questa forza.
Il nome di Harahel significa “Dio onnisciente".

l dono dispensato da Harahe'el è la RICCHEZZA INTELLETTUALE.
Si tratta della vitalità mentale che dà la determinazione a conoscere l'essenza delle cose, della vita e degli esseri, per acquisire conoscenza e coscienza, senza porsi limiti (he-resh-heth).
E' un'energia angelica molto attiva, ritenuta fra tutte la più produttiva. La fecondità che dispensa proviene dalla congiunzione delle energie di Mercurio e di Giove, che egli governa nel proprio Coro. Harahel dona ai suoi protetti le potenzialità di un'intelligenza onnipotente e facilità nella diffusione intellettuale; talento nella matematica e nell'amministrazione; buon carattere, onestà e saggezza. Protezione dal fuoco e dalle esplosioni. Buona ripresa dalle malattie e longevità. L'individuo da lui protetto che gli si affida, perciò, apprenderà facilmente e potrà ottenere successo nelle attività intellettuali e materiali. Avrà attitudine sempre positiva e diffonderà il bene, la bellezza e la verità. Tramite l'invocazione è possibile ottenere apertura mentale e coraggio, fecondità nei soggetti sterili (e conseguenti nascite di bambini), rispetto filiale, successo nelle attività borsistiche e bancarie e in ciò che attiene all'oro e ai preziosi. Il successo dipende naturalmente dalle capacità individuali di ognuno, ma la preghiera all'Angelo dà la possibilità di concretizzare le capacità, i talenti, i desideri e i progetti.

Qualità di Harahel e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità sviluppate da Harahel sono intelligenza, senso della gerarchia e rispetto dei superiori, bontà, lucidità di fronte al denaro, piacere di istruire gli altri. L’Angelo dell’Abisso a lui contrario si chiama Halan e rappresenta l'azione sterile. E' nemico della cultura e causa avvenimenti distruttivi o funesti per la ricchezza. Provoca attività inutili e vane, rigidità, incendi, fallimenti o dilapidazione dei patrimoni. La preghiera al proprio Angelo (o la meditazione sul rispettivo "Nome di Dio") difende i nati in questo periodo dal cadere in questi rischi e difetti, salvando dalla sterilità mentale, dall'aberrazione intellettuale, da rovina e perdite.

Meditazione associata al Nome: cordone ombelicale
L'intuizione su cui meditare è che ogni gesto cattivo, o che crea danno, determina in noi un immediato "ritirarsi" della Luce interiore. Possiamo ottenere qualunque vantaggio materiale, ma se l'azione che ce l'ha fatto ottenere è ingiusta verso il mondo, che noi ce ne rendiamo conto o no, ne ricaveremo un malessere interiore che si manifesta come "oscurità". La stessa cosa avviene se ci lasciamo andare alla sfiducia, al pessimismo, al vittimismo che rende inclini alla depressione. La vibrazione di questo Nome resttuisce la connessione con la fonte della luce. La meditazione che vi è associata si chiama "cordone ombelicale". Meditazione • Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: creo un cordone ombelicale con l'energia divina, garantendo la costante presenza di un balume di Luce nella mia vita, che sempre mi soccorrerà nei momenti di oscurità.

Esortazione angelica
Harahel esorta a realizza senza smarrirsi l'esperienza della ricchezza, come elemento prezioso nell'ingranaggio cosmico purché non sia volta a fini troppo personalistici e egoisti. Invita a invocare la sua energia per ottenere il successo materiale; a rispettare i beni conseguiti, a non dilapidare i patrimoni materiali e culturali, a non disperdere se stessi in passatempi inutili.

domenica 6 gennaio 2013

58. YeYaLe'eL(dal 6 al 10 Gennaio)


YeYaLe'eL ( dal 6 al 10 Gennaio) è il 58esimo Soffio; è il secondo raggio angelico nel Coro mercuriano degli Angeli Arcangeli guidato dall’Arcangelo Michele. " L'Angelo dei tuoi occhi, saremmo molto più intelligenti, se solo vedessimo ciò che vediamo e capissimo ciò che capiamo. La lettera '(Y) è il simbolo del vedere, del percepire; nel nome di YeYaLe'eL è doppia ed esorta " Impara a vedere ciò che vedi", significa impara a distinguere tra ciò che vedi tu e ciò che vede la specie umana. Aprire gli occhi su ciò che ci circonda e scoprire di averli usati poco in passato vuol dire cominciare a resistere a quei grandi condizionamenti e a essere se stessi. Io vedo quelli che mi vedono e questo mi permette di salire, questo eccesso di visibilità produce due tipi di persona, vedono sempre più in là degli altri, sanno scorgere, sanno buttare il loro sguardo sempre più in là degli altri e molto prima, è impossibile dar torto ad una persona nata in questi giorni perché sa già cosa vuoi dire.
Un rischi degli YeYaLe'el è che quando hanno dei problemi di carattere medico, malattie complicate logiche e fisiologiche è impossibile curarli perchè ne sanno più del medico, sono immuni dall'effetto di suggestione che è quello che permette ai medici di tutto il mondo di curare le persone; possono essere loro grandi medici hanno una grande energia terapeutica ( ottimi oculisti sono molto bravi nel vedere) in generale sono bravi nel far vedere al loro paziente le cause della sua malattia in modo da poterle superare.
Energia terapeutica vuol dire sia poter curare che saper recitare, in quest'ultimo caso significa " io sono visto in profondità" se sono un attore, ( in queste date sono nate tantissime persone di spettacolo che sono YeYaLe'el perfetti); il problema che possono avere questi angeli sta nel non seguire questa energia terapeutica, diventano diffusore di malattia e di guai terribile, ed emano questa anti forza negli altri emettono delle frequenze di malattia se trattengono questa capacità. Santa Lucia era uno YeYaLe'eL.
Se avete amici nati in questi giorni fategli fare i medici o gli attori.

Il Nome di Yeyalel significa "Dio che esaudisce le generazioni".
Il dono dispensato da Yeyalel è INTELLIGENZA, con la FORZA INTELLETTUALE.
Secondo la Tradizione, infatti, quest’Angelo concede un’intelligenza penetrante e incisiva come un coltello, ma anche capace di spezzare il dominio della mente, per consentire integrazione e sintonia fra mente, cuore, anima.
I protetti da Yeyalel hanno il talento di comprendere chiaramente i fatti e la Verità, che tenderanno a difendere sempre e senza incertezze. Dice Haziel che, tramite questo Angelo, l'intelligenza pratica raggiunge il proprio punto più elevato. I nati in questi giorni, sintonizzandosi con la propria energia angelica, potranno conferire alla propria esistenza la più solida struttura; tale compito sarà facolitato se la professione scelta sarà di tipo intellettuale. Per la sua appartenenza al Coro degli Angeli Arcangeli (che NON vanno confusi con gli Arcangeli propriamente detti) Yeyalel governa le energie di Mercurio, inoltre (per la sua posizione nel Cosmo), quelle di Saturno. L’aiuto che fornisce si basa sulle verità scientifiche: questo Angelo esclude tutto ciò che si allontana da questo principio. I suoi protetti riusciranno nelle scienze e nelle professioni in cui l’intelletto procede lentamente, con pazienza. Avranno idee chiare e stabili, sulle quali si fonderà il successo concesso dall'angelo. Secondo Haziel la tendenza esteriorizzatrice sarà posta in particolare evidenza e sarà facoltà tipica dei protetti da Yeyalel il saper mettere a fuoco il modo più confacente per trarre profitto da una data situazione. Questo Angelo promuove l’emergere di nuove teorie concernenti l’edilizia, l’habitat utilitaristico, e il senso pratico del soggetto si esprimerà pienamente attraverso il processo di costruzione. Ma la stessa energia angelica presiede anche al processo di dissoluzione materiale: perciò l'ambito migliore per i suoi protetti è nell'organizzazione di attività provvisorie; dalle costruzioni prefabbricate e le impalcature, alle mostre e agli eventi. Invocato, Yeyalel consola l'animo rattristato dalle tribolazioni della vita, ma guarisce anche le malattie: concede dunque salute e guarigione (soprattutto per gli occhi), successo nell’amore fortemente ricambiato, e nell’industria, in particolare metallurgica: infatti domina anche il ferro e tutte le professioni collegate alla metallurgia in genere, proteggendo dai fabbri agli operai siderurgici ai fabbricanti e commercianti di qualsiasi oggetto in metallo. Riguardo alla salute, anche secondo il testo medievale "Enchiridion" di Papa Leone III, il suo aiuto risulta particolarmente efficace nel caso di malattie agli occhi: ma la protezione della vista va intesa in tutti i sensi, materiale e anche morale.

Qualità di Yeyalel e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità sviluppate da Yeyalel sono carattere docile e gentile, lealtà, franchezza e amore per la sincerità e la verità, padronanza dei sentimenti, difesa delle giuste cause, rigore, integrità. L'Angelo dell'Abisso a lui contrario si chiama Gole e rappresenta la stagnazione e la tristezza. Ispira menzogna, inganno, intransigenza, durezza di carattere, violenza, vendetta, assassinio, incostanza. La preghiera al proprio Angelo (o la meditazione sul rispettivo "Nome di Dio") difende i nati in questo periodo dal cadere in questi rischi e difetti.

Meditazione associata al Nome di Yeyalel: lasciare andare
La prima cosa da fare è intuire che, purtroppo, è nella nostra profonda natura aggrapparci al dolore e alla sofferenza, tanto che se ci si prospetta la felicità o una speranza la prima cosa che ci viene in mente è: troppo bello per essere vero!.. ma è proprio questo tipo di coscienza che impedisce alla gioia di concretizzarsi nella nostra vita: non possiamo realizzare un domani appagante stando aggrappati a un passato infelice e cinico: e non c'è altro da capire. La meditazione associata al Nome di Yeyalel si chiama infatti "lasciare andare"; concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: lascio andare TUTTO. Punto. 
Esortazione angelica
Yelalel esorta a non abbandonarsi all'immobilità e alla tristezza, a superare il passato e a ricercare la lucidità mentale che sia capace di trascendere le apparenze; a mantenersi sempre leali, cercare di essere indulgenti e astenersi da ogni tentazione di violenza.

martedì 1 gennaio 2013

L'Angelo della Missione

Ore e minuti

00.00 - 00.20 Angelo Vehuiah: intraprendenza
00.20 - 00.40 Angelo Jeliel: amare ed essere amati
00.40 - 01.00 Angelo Sitael: avere e incontrare nobiltà

01.00 - 01.20 Angelo Elemiah: felicità incipiente
01.20 - 01.40 Angelo Mahasiah: bel viso e buon carattere
01.40 - 02.00 Angelo Lelahel: stima, prosperità, salute
02.00 - 02.20 Angelo Achaiah: diffusione della verità
02.20 - 02.40 Angelo Cahetel: fortuna provvidenziale
02.40 - 03.00 Angelo Haziel: guarigione, stato di grazia
03.00 - 03.20 Angelo Aladiah: risultati, porte aperte
03.20 - 03.40 Angelo Lauviah: fama, successo
03.40 - 04.00 Angelo Hahaiah: sogni realizzati, protezione
04.00 - 04.20 Angelo Iezalel: fedeltà, riconciliazione
04.20 - 04.40 Angelo Mebahel: fortuna, pioggia fertile
04.40 - 05.00 Angelo Hariel: successo artistico o scientifico
05.00 - 05.20 Angelo Hekamiah: opportunità provvidenziali
05.20 - 05.40 Angelo Lauviah(2): intelligenza chiara, gioia
05.40 - 06.00 Angelo Caliel: verità, giustizia utile
06.00 - 06.20 Angelo Leuviah: generosità, padronanza
06.20 - 06.40 Angelo Pahaliah: elevazione, miglioramento
06.40 - 07.00 Angelo Nelchael: saggezza, sapere, scienza
07.00 - 07.20 Angelo Yeiayel: fama, fortuna, arte politica
07.20 - 07.40 Angelo Melahel: natura, salute, stabilità
07.40 - 08.00 Angelo Haheuiah: sincerità, nuovo inizio
08.00 - 08.20 Angelo Nithaiah: saggezza, pace, intuizioni
08.20 - 08.40 Angelo Haaiah: discrezione, diplomazia, veggenza
08.40 - 09.00 Angelo Yeratel: protezione, libertà, elevazione
09.00 - 09.20 Angelo Seheiah: salute, longevità felice
09.20 - 09.40 Angelo Reiyel: elevazione mentale e sociale
09.40 - 10.00 Angelo Omael: fertilità, espansione, fecondità
10.00 - 10.20 Angelo Lecabel: talento, intelligenza pratica
10.20 - 10.40 Angelo Vasariah: cuore nobile, memoria felice
10.40 - 11.00 Angelo Yehuiah: fedeltà, protezione
11.00 - 11.20 Angelo Lehahiah: integrità, dedizione
11.20 - 11.40 Angelo Chavaquiah: amore familiare, eredità
11.40 - 12.00 Angelo Menadel: lavoro, edificazione, ideali
12.00 - 12.20 Angelo Aniel: idee, attività, amore
12.20 - 12.40 Angelo Haamiah: spiritualità, ricchezza
12.40 - 13.00 Angelo Rehael: pienezza familiare
13.00 - 13.20 Angelo Yezalel: rinascita, creatività
13.20 - 13.40 Angelo Hahahel: speranza, religiosità, vittoria
13.40 - 14.00 Angelo Mikael: autorità, viaggi, fortuna
14.00 - 14.20 Angelo Veuliah: prosperità pubblica, dedizione
14.20 - 14.40 Angelo Yelahiah: coraggio, viaggi, eroismo
14.40 - 15.00 Angelo Sehaliah: guarigione, sapere, realizzazioni
15.00 - 15.20 Angelo Ariel: fortuna, intelligenza sublime
15.20 - 15.40 Angelo Asaliah: equilibrio luminoso, contemplazione, onestà
15.40 - 16.00 Angelo Mihael: generazione, pertinenza, sogni realizzati, fortuna
16.00 - 16.20 Angelo Vehuel: intelligenza, altruismo, riuscita
16.20 - 16.40 Angelo Daniel: eloquenza, fascino, umanità
16.40 - 17.00 Angelo Hahasiah: sapere, saggezza, discernimento
17.00 - 17.20 Angelo Imamiah: liberazione, iniziazione, viaggi
17.20 - 17.40 Angelo Nanael: calma, pace, spiritualità
17.40 - 18.00 Angelo Nithael: autorità, elevazione, celebrità
18.00 - 18.20 Angelo Mebahiah: lucidità, moralità, notorietà
18.20 - 18.40 Angelo Poyel: talento, ricchezza, fortuna, successo
18.40 - 19.00 Angelo Nemamiah: mentalità superiore, riuscita
19.00 - 19.20 Angelo Yeialel: ordine, rigore, fedeltà. salute
19.20 - 19.40 Angelo Harael: intelligenza pratica, fortuna
19.40 - 20.00 Angelo Mitzrael: grande talento. salute, fedeltà
20.00 - 20.20 Angelo Umabel: amicizia, pensiero analogico, successo
20.20 - 20.40 Angelo lahhel: pace, misticismo, modestia
20.40 - 21.00 Angelo Anauel: intelligenza, denaro, risultati
21.00 - 21.20 Angelo Mehiel: diffusione di idee, notorietà
21.20 - 21.40 Angelo Damabiah: provvidenza, successo nell'acqua
21.40 - 22.00 Angelo Manakel: vita piacevole e pacifica, fiori
22.00 - 22.20 Angelo Eyael: longevità, evoluzione, esoterismo
22.20 - 22.40 Angelo Habuhiah: creatività, guarigione, progresso
22.40 - 23.00 Angelo Rochel: favori e onori, rivivere
23.00 - 23.20 Angelo Jabamiah: magia, trasformazione, alchimia
23.20 - 23.40 Angelo Haiaiel: energia, lucidità, vittoria
23.40 - 24.00 Angelo Mumiah: rinascita, purificazione, futuro