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"If you can dream it, you can do it! |
Ciò ha talvolta l’effetto di renderli antipatici a molti, e in particolar modo a chi lavora con loro o per loro. Corrono il rischio di apparire troppo ambiziosi ed esigenti, intolleranti, maniacali anche; accade che li si veda come veri e propri esaltati e che si parli di loro in termini orribili. Ma è bene che gli Hahashiyah non ci facciano caso: si infurierebbero davvero, se no, vedendo tanto fraintesa la loro dedizione agli ideali; e il loro amore per l’umanità potrebbe tutt’a un tratto trasformarsi in odio e in depressione. È quel che avvenne, per esempio, al Hahashiyah Walt Disney, che – pochi anni dopo avere inventato Topolino e Paperino per la gioia dei bambini di tutto il mondo – in qualche suo accesso di tristezza si vendicò dell’incomprensione di alcuni collaboratori licenziandoli brutalmente, e denunciandoli, pare, all’FBI come pericolosi estremisti di sinistra.
Gli Hahashiyah imperturbabili, solitari, appassionati, sono bensì individui meravigliosi. Sono capaci di guardare sempre oltre in molti sensi. Sanno per esempio scorgere negli altri qualità che chiunque ignorerebbe, e sanno destarle, anche, come il Principe Azzurro desta Biancaneve: così l’Hahashiyah Joseph Conrad costruì uno dei suoi personaggi più celebri, Lord Jim, mostrando come un vigliacco possa scoprire in se stesso una vocazione di eroe. Sanno anche intravvedere nel futuro possibilità inaudite, come se davvero scrutassero lontano da una torre; e riescono perciò a sperimentare, osare, realizzare quelli che a tutti sarebbero sembrati sogni impossibili: si pensi ai capolavori dell’Hahashiyah Bernini o, di nuovo, al motto prediletto di Disney: «If you can dream it, you can do it!» E soprattutto non temono di esplorare remote e strane regioni spirituali: hanno per loro natura quel dono che i religiosi chiamano «rivelazione»: quando sono all’opera, cioè, quando creano o quando insegnano (sono infatti anche ottimi insegnanti), capita spesso che si accorgano, improvvisamente, di sapere e di aver detto qualcosa di molto importante, che non avevano mai imparato e a cui non avevano mai nemmeno pensato prima. Se non si lasciano intimidire da questi prodigi, possono sviluppare un talento di occultisti o di mistici: devono soltanto affinare il loro bisogno di conoscenza – raffigurato nella lettera shin, nel Nome del loro Angelo – e abituarsi a quella sensazione che ne proviene, simile a un vento forte che rende nitida l’aria, e spingere avanti la loro immaginazione. Sveleranno misteri, che li guideranno alla scoperta di misteri ancora più grandi, e poi di altri ancora. Poco importa se, in questo, la maggioranza degli uomini non sarà in grado di seguirli: gli Hahashiyah riusciranno sempre a trarre, dalle loro scoperte esoteriche, vigore e contenuti per le loro realizzazioni concrete, quale che sia il campo che si sono scelti, e se la gente non capirà molto di ciò che hanno conosciuto, sentirà tuttavia aumentare sempre di più il loro fascino. Così avvenne, tra gli altri, al Hahashiyah Rainer Maria Rilke, forse il meno letto tra i grandi poeti del Novecento, eppure uno dei più amati, avvolto come da un’aura di santità di una qualche religione non ancora nata.
Viceversa, gli Hahashiyah mostrano purtroppo una scarsa disposizione alla conoscenza di se stessi, e soprattutto dei loro lati più quotidianamente umani. Sono talmente presi dai loro scopi superiori, da dimenticare volentieri i propri bisogni: e i bisogni che decidiamo di ignorare si vendicano sempre di noi, degenerando dispettosamente. Può avvenire perciò che un Hahashiyah, dopo aver trascurato troppo a lungo le esigenze del proprio corpo, ceda a una qualche forma di bulimia, o all’alcolismo, o precipiti in un esaurimento che richieda lunghe cure. O che, dopo essersi imposto una solitudine troppo rigorosa, decida di uscirne proprio al momento sbagliato, scambiando per amici persone che non sono affatto tali; o di fidarsi di ciò che una qualche setta o gruppo dice, invece di tenere in debita considerazione anche quello che quella setta o quel gruppo fa ed è. Le delusioni cocenti che ne ricevono li spingeranno allora verso una solitudine ancor più dura, verso ideali personali ancor più esclusivi, fino a un’ulteriore, inevitabile ricaduta in qualche analogo errore, e così via ciclicamente.Testo per gentile Tratto da Igor Sibaldi - Libro degli Angeli
Hahasiah, o Hahashiyah, è il 51esimo Soffio e il terzo raggio angelico nel Coro venusiano degli Angeli Principati, nel quale amministra le energie di Giove. Il suo elemento è il Fuoco; ha domicilio Zodiacale dal 10° al 15° del Sagittario ed è l'Angelo Custode dei nati dal 3 al 7 dicembre.
Hahasiah, o Hahashiyah, è il 51esimo Soffio e il terzo raggio angelico nel Coro venusiano degli Angeli Principati, nel quale amministra le energie di Giove. Il suo elemento è il Fuoco; ha domicilio Zodiacale dal 10° al 15° del Sagittario ed è l'Angelo Custode dei nati dal 3 al 7 dicembre.
I sei Angeli Custodi del Sagittario sono potenze che collettivamente fanno dei loro nati persone leali, gentili, energiche e indipendenti, capaci di gestire il potere ma anche di essere generosi con i deboli e gli oppressi; orgogliosi e impulsivi, questi nati sono anche pronti a dimenticare i torti. Secondo Sibaldi i 6 angeli del Sagittario hanno anche una caratteristica specifica: sono accomunati da qualità molto simili tra loro, il che non si riscontra nelle energie angeliche di nessun altro segno zodiacale: è semmai molto raro che due Angeli dello stesso segno si somiglino. Questi 6
Principati, invece, sembrano essere una sorta di variazione sullo stesso tema esistenziale, che Sibaldi chiama "il Castello": quello che sembra rappresentato, fra 2 torri, nel pittogramma delle 3 lettere-radice del Nome di Vehuel (il primo dei Principati). E aggiunge che i Principati, appunto,
sono gli Angeli della Bellezza: Dante, nel pieno rispetto della Qabbalah, li colloca nel terzo cielo del Paradiso, quello di Venere. La bellezza è quel qualcosa che si coglie nelle forme, ma che supera le forme stesse: e tutti i loro protetti sembrano appunto porsi, sul piano esistenziale, come "in alto" rispetto agli altri, in quanto cercano in se stessi una forma di identità più alta, più grande del semplice «io». Se per moltissimi che si accontentano di appartenere a un qualche «noi» (nazione, squadra, azienda, famiglia, religione, razza) l’«io» non è ancora nemmeno considerato, e per molti altri ancora l’«io» è un punto di arrivo (già riuscire a essere se stessi è una grande conquista), per i nati sotto questi angeli l’io è addirittura una porta (la Hé!), l’inizio di una via, oltre la quale sono impazienti di avventurarsi. Perciò il «noi» può annoiarli e opprimerli, così come fermarsi alla semplice accettazione e soddisfazione dell’«io».
Il nome di Hahasiah significa “Dio occulto"
Il dono dispensato da Hahasiah è la PANACEA, o la PIETRA FILOSOFALE.
Il dono dispensato da Hahasiah è la PANACEA, o la PIETRA FILOSOFALE.
Dice Haziel che questo angelo incita la persona a esteriorizzarsi esprimendo, come fossero i propri, i valori che egli vi infonde: pace, armonia, spirito conviviale, unione benevola fra tutti, garbo e fratellanza a livello universale. Ed ecco così il desiderio di compiere gesti edificanti e nobili, l'aspirazione a comportarsi in modo sublime, suscettibile di procacciare ammirazione; spesso il suo protetto è dunque una persona difficile da superare, soprattutto nei principi. L'Amore sarà posto al servizio del Disegno Divino nella sua fase di esteriorizzazione, il soggetto si sentirà totalmente identificato con la propria Missione. Le gravi difficoltà che si possono incontrare nella vita, però, o le aspirazioni della personalità superficiale verso valori materiali potranno causare conflitti interiori, causando così l'ingresso dell'Angelo contrario a Hahashiyah (Gilarion), il quale incoraggia il rancore. Tuttavia la ribellione rancorosa, che a sua volta imprigiona, potrà non aver seguito grazie all'intervento di questo angelo, che fa dono della sottomissione al proprio Sè superiore, e dunque della forza necessaria per affrontare, senza perdersi, la vita con tutti i suoi inganni e le sue difficoltà: Hahashiyah impone il rispetto della vera autorità, sicché la biblica espressione della Preghiera al Padre 'sia fatta la Tua Volontà' acquisterà pienamente il suo significato. La persona sarà impegnata in missioni imperniate sull'Amore; per sua Virtù l'Amore verrà interiorizzato, facendolo affluire dalle energie dispensate da questo angelo, e poi riversato sul mondo. Si dice dunque che questo angelo è portatore principalmente di bontà infinita. Secondo il testo tradizionale fa scoprire i misteri del Bene e della natura guidando verso la Pietra Filosofale, cioè il valore inestimabile (panacea) che scaturisce dalla profonda saggezza. Sul piano scientifico Hahashiyah esercita la sua influenza sulle attività quali la chimica, la fisica e la medicina, promuovendo le scoperte che possono alleviare le sofferenze degli esseri umani. Molti dei suoi protetti, in virtù di meriti acquisiti nelle loro vite precedenti, potranno giungere a possedere un sapere enorme, impressionante, non frutto (solo) di esperienza o di studi, ma infuso direttamente dall'Angelo. Una tale persona potrà chiedere e ottenere anche poteri per guarire se stessa e gli altri; potrà restituire salute fisica e spirituale rendendo provvidenziale la propria opera.
Qualità di Hahasiah e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità che sviluppa Hahasiah sono saggezza e amore per il prossimo; concede comprensione del principio di causa e d'effetto che permette di guarire, amore radioso, tolleranza e fiducia. Dispensa animo nobile ed elevato verso le cose dello Spirito; vocazione per la medicina e la ricerca scientifica. Dona protezione dai bugiardi. L’Angelo dell’Abisso a lui contrario si chiama Gilarion e rappresenta il materialismo eccessivo. Causa confusione, mancanza di discernimento, presunzione, certezze eccessive o dubbio, disillusione, mancanza di fiducia, gelosia, rancori. Ispira i ciarlatani e tutti coloro che ingannano il prossimo promettendo cose assurde e incredibili.
Meditazione associata al Nome: nessuna colpa
La meditazione associata a Hahasiah si chiama "nessuna colpa". Secondo la kabbalah non esistono fatti senza senso, dunque nemmeno vincitori o "vittime" a causa dei capricci di un fato insensato. E' per noi incomprensibile l'esistenza del male, ma secondo la visione di insieme che non riusciamo ad avere anche ogni male che si verifica è un atto necessario, in un'infinita rete di correlazioni di cui vediamo solo un'infinitesima parte, e rappresenta un'esperienza volta a condurre fuori da un labirinto. Anche ogni nostro atto contro gli altri, al di là delle nostre intenzioni, deve avvenire e ha uno scopo. Tuttavia deve essere nostro intendimento e capacità non causare mai dolore a nessuno. Se ci è capitato, e ne siamo pentiti, la sofferenza che proviamo per averlo fatto deve liberarci e non imprigionarci, dobbiamo divenire coscienti che il nostro pentimento ci restituisce la condizione spirituale precedente a ogni trasgressione. Meditazione • Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: per l'enegia di questo Nome chiedo alla Luce di scaricare tutti i miei difetti. La forza chiamata "pentimento" emenda i miei pesi spirituali e indebolisce nella mia natura ogni lato oscuro.
Esortazione angelica
Esortazione angelica
Hahasiah esorta a trovare in se stessi la bontà e la fiducia per metterla in pratica, senza mai arrendersi a sconforto e recriminazioni. Invita a cercare sempre connessione con la sua energia per attingere le grandissime risorse che sempre esistono in noi, anche quando ci appaiono esaurite.
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