mercoledì 13 novembre 2013

‘ASaLiYaH (dal 13 al 17 Novembre)

‘ASaLiYaH (dal 13 al 17 Novembre) ayin-shin-lamed

L'Angelo del fare
"IO CONOSCO LE VIE CHE DAL BASSO CONDUCONO IN ALTO"

CHIAVI:Saper mirare al massimo e ottenerlo. Magnifiche intuizioni in ogni campo. Saper fare sempre la giusta scelta. Protezione contro l'immoralità.

COSA TI CHIEDE:Prova a fidarti di ciò che non sai ancora di te. Che effetto fa?

"Hanno sempre ragione. La verità in loro è un radar. Devono soltanto osare, dirla, sentirla in ogni loro pensiero, senza lasciare che i pensieri e le paure degli altri la nascondano. Quanta energia sprecano nell'impedirselo?"
Da I. Sibaldi "L'arca dai nuovi Maestri"


L’esitazione è il punto di partenza e l’unico vero nemico dei protetti di quest’Angelo delle Virtù. Gli ‘Ashaliyah imparano presto, infatti, a conoscere la forza di gravità che la maggioranza esercita su ogni individuo: la fittissima rete di frustrazioni, di rassegnazione, di attese (spesso infinite!) in cui i più accettano di vivere – e che nel Nome dell’Angelo è raffigurata nella lettera 
ayin, il geroglifico del cedimento, delle traiettorie che si inclinano verso il basso. Fin dall’adolescenza gli ‘Ashaliyah sentono non soltanto di essere diversi da tutto ciò, ma di doverlo essere nel modo più evidente, perché il maggior numero possibile di persone sappia che esistono altre traiettorie, audaci, sfrontate, dritte verso l’alto. Perciò ogni volta che un giovane ‘Ashaliyah si accontenta di mezze misure avverte un senso d’angoscia, e le opinioni altrui lo annoiano dopo pochi secondi; quando viene criticato – non importa se a ragione o no – i suoi occhi sfavillano di collera o di disprezzo, che soltanto con enorme sforzo riesce a nascondere. L’impazienza gli brucia in petto, il suo viso e i suoi muscoli sono quelli di un atleta che aspetta lo start: e se ancora non scatta in avanti, è soltanto perché la sua mente – vasta, profonda, limpida – non ha ancora individuato una meta abbastanza alta per lui, tra le caligini e le nuvole basse della banalità che vede attorno a sé.
Così si sentono, in gioventù. Può avvenire che aspettino a lungo, anche dieci, quindici anni, che per loro sono una tormentosa eternità. Può avvenire, nei casi più cupi, che il segnale di partenza li colga quando si sono già lasciati imbrigliare in un matrimonio opprimente o in un impiego inadatto a loro: e smuoversi, allora, è come strappar via un lembo della propria carne. Ma quando il momento arriva, non possono, non devono esitare. D’un tratto (le donne soprattutto) si lanciano vertiginosamente in qualche carriera brillante, e affrontano e superano rischi, sbaragliano ostacoli e avversari con un’energia che cresce in misura direttamente proporzionale ai successi ottenuti. A quel punto, come in un missile che esca dall’atmosfera, manca loro soltanto un ultimo stadio: ammettere dinanzi a se stessi la loro qualità più speciale, che è l’aver sempre ragione – un fulmineo, precisissimo istinto che permette loro di distinguere in ogni circostanza o persona il vero dal falso, il giusto dal perfido – e rifiutare da allora in avanti non soltanto le critiche ma persino i consigli di amici ed esperti, e non prendendo più in alcuna considerazione neppure le esigenze delle persone care o dei soci in affari, se contrastano con le loro. Allora nessuno li ferma più, e costruiscono imperi.
A volte sbagliano, certo, ma per loro non è un problema: sanno che nessuno sbaglia tanto bene come loro, che cioè anche nei loro errori vi sarà sempre qualcosa di provvidenziale, il germe di qualche nuova intuizione da decifrare, o magari una prova che li fortifichi, o l’occasione per una pausa durante la quale raccogliere le forze e chiarirsi le idee per ripartire più risoluti. Sanno, soprattutto, che nessun errore deve scuotere la loro fiducia in se stessi: perché in tal caso la loro traitettoria verso l’alto si incurverebbe (l’ayin!) e ricomincerebbe l’angoscia, e l’angoscia, appannando la loro visuale, causerebbe altri errori, poi altri ancora, e il missile della loro energia perderebbe la rotta e si infrangerebbe al suolo. È dunque il loro istinto di conservazione (e non l’orgoglio, come credono i più, guardandoli) a convincerli che non sbagliano mai.
Tutto ciò li rende personalità tanto affascinanti quanto impossibili a sopportarsi. È come se parlando con loro si percepisse di continuo il rombo di un motore in corsa. I famigliari, gli amanti, gli amici, devono tener loro dietro per non vederli svanire in una nube di gas di scarico, e poiché quasi nessuno ci riuscirebbe, gli ‘Ashaliyah riescono a conservare i rapporti con le persone care soltanto prendendole come equipaggio. Si addossano cioè le spese del loro mantenimento, o se le tengono intorno come farebbe un patriarca: riservando a se stessi tutte le decisioni, e pretendendo assoluta obbedienza e, possibilmente, adorazione. Né si dà mai il caso che possano cambiare atteggiamento: chi protesta viene semplicemente lasciato indietro e dimenticato, quando gli ‘Ashaliyah sono magnanimi, oppure sbrigativamente punito prima dell’abbandono, con memorabili accessi di furia.
Non ha senso biasimarli per questo: sono forze esplosive della natura, non hanno altra scelta se non essere se stessi, in tutto e per tutto, o andare in mille pezzi se tentano di limitarsi. Devono naturalmente scegliersi professioni tiranniche: nemmeno dirigenti, ma fondatori e proprietari di aziende o società, o primari di cliniche, o baroni universitari, psichiatri, direttori di teatri, registi famosi (molti questi ultimi: sono ‘Ashaliyah Alberto Lattuada, Mario Soldati, Francesco Rosi, Martin Scorsese, Danny DeVito, Carlo Verdone), scienziati che puntino verso gli estremi confini della conoscenza (come Herschel, che scoprì il pianeta Urano). Tra gli uomini politici contemporanei, ‘Ashaliyah celebri sono Gheddafi e l’assai più timido, intralciato Carlo d’Inghilterra, che la sorte ha condannato ad attendere tanto a lungo. Oppure è la lontananza geografica ad attrarli, come avvenne per Robert Louis Stevenson, l’autore de L’isola del tesoro e dell’ashalianissimo Lo strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde, che andò ad abitare, in qualità di proprietario terriero, in un’isola  dell’arcipelago di Samoa, e divenne ben presto un leader politico e spirituale per i nativi. Altri viaggi a loro congeniali sono quelli nell’invisibile, nella mistica, nella magia soprattutto, sempre in cerca di superiori conoscenze ma, ancor di più, di poteri da adoperare per la loro personale affermazione, assolutamente realistica, nel mondo terreno.
Tratto da I. Sibaldi "Il libro degli Angeli"
Asaliah, o ‘Ashaliyah, è il 47esimo Soffio e il settimo raggio angelico nel Coro solare degli Angeli Virtù, nel quale amministra le energie di Mercurio. Il suo elemento è l'Acqua; ha domicilio Zodiacale dal 20°al 25° dello Scorpione ed è l'Angelo Custode dei nati dal 13 al 17 novembre. I sei Angeli Custodi dello Scorpione sono potenze che collettivamente fanno dei loro nati persone complesse, tenaci e determinate, dotate di forte sessualità e fascino, e di uno spirito libero che non si lascia dominare. 
Il nome di Asaliah significa “Dio giusto che indica la Verità"

Il dono dispensato da Asaliah è la CONTEMPLAZIONE.
Questo Angelo amministra le energie di Mercurio nel Coro solare delle Virtù: per questa ragione (essendo l'energia del Sole indentificata con la Verità, e quella mercuriana con la Giustizia) viene definito dalla Tradizione "Angelo di Giustizia e di Verità". I suoi protetti sono così portati a svolgere con successo compiti intellettuali, illuminati nell'intelletto e nei pensieri da questa energia angelica: le energie del Sole e di Mercurio, infatti, sgombrano dalla mente i pensieri negativi e i giudizi erronei. La memoria viene prodigiosamente rinforzata; con un'ottima memoria e le idee chiare, la persona troverà soluzioni efficienti. Il primo risultato di Verità e Giustizia si esprime nella consapevolezza che ogni cosa esistente è riverbero del volto di Dio e sua manifestazione: un dono nel dono; in quanto questa coscienza, come è insegnato tradizionalmente da ogni scuola mistica, discende dalla contemplazione.
Dice Haziel che Asaliah orienta la volontà umana a esteriorizzare il Pensiero Divino: questo Angelo illumina i mezzi di comunicazione sociale affinché la persona abbia la possibilità di pronunciarsi, senza declamare o arringare, per esibire i propri meriti o esternare le proprie opinioni con la dovuta incisività. La persona sarà di per sè molto comunicativa, estroversa, pronta a trasmettere il proprio messaggio: una sorta di porta aperta, attraverso la quale uomini e donne potranno scorgere la Via Celeste. Questi nati hanno il dovere di proclamare l'Ordine Celeste, di annunciare la sua esistenza e la necessità di istituirlo: è loro compito ricercare gli elementi più efficaci a fare udire e ascoltare tale proclama, che se fosse annunciato a pochi non avrebbe risposta. 
Infine, ad Asaliah ci si rivolge anche, specificamente, per ringraziare Dio delle grazie e benedizioni ricevute: ogni volta che una nostra richiesta, magari avanzata mediante uno degli alti angeli, viene accolta ed esaudita, è opportuno chiedere a lui di innalzare a Dio il nostro ringraziamento e gratitudine.
Qualità di Asaliah e ostacoli dall'energia "avversaria"
Le qualità sviluppate da Asaliah sono carattere piacevole, portato alla giustizia e alla vita contemplativa. Animo nobile, amore per la giustizia e la verità, capacità di elevarsi. Profondità di pensiero. Dona giudizi positivi, carattere affabile, inclinazione per lo studio e per la conoscenza; elevazione dell'anima, interesse per le discipline eoteriche ed entusiasmo per la verità divina; lungimiranza, probità, capacità di tornare sui propri passi. L’Angelo dell’Abisso a lui contrario si chiama Borol e rappresenta la menzogna e le azioni nell'ombra, fatte di nascosto. Causa scandali, immoralità, errori di valutazione.
Meditazione associata al Nome: trasformazione globale
La meditazione associata a Asaliah si chiama "trasformazione globale". Tutti noi, se guardiamo al mondo criticamente, vediamo tantissime cose che proprio non vanno, e sentiamo il desiderio di un mondo migliore; ma verità e giustizia irradiate da questo angelo conducono alla scoperta che, se vogliamo un mondo migliore, l'azione più urgente ed efficace è iniziare a trasformare noi stessi. Dalla qualità della nostra interiorità, infatti, dipende direttamente la qualità di tutto quello che possiamo trasmettere al mondo, e dunque l'efficacia di qualunque nostra azione.Meditazione • Ora, concentrando la tua visione sulle lettere ebraiche della radice del Nome, senza pensare ad altro, respira e, lasciandoti permeare profondamente e a lungo dal suo significato, pronuncia questa intenzione: rifletto sulla verità spirituale che la pace planetaria inizia dalla pace nel mio stesso cuore. Per l'energia di questo Nome si accelera la mia trasformazione spirituale e si rafforzano le spinte di pace nel mondo.
Esortazione angelica
Asaliah esorta a chiedere il suo aiuto per attingere conoscenza e verità con cui trasformare e migliorare se stessi e dunque la qualità della propria vita e infine il mondo.


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